Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Litiga con la moglie, muore conficcandosi un coltello nel petto
Quella discussione con la moglie, forse l’ennesima, lo aveva destabilizzato al punto che non riusciva più a vedere vie d’uscita e a immaginare un futuro degno di essere vissuto. Così è andato in cucina, ha preso un coltello e se l’è conficcato nel petto davanti alla donna incinta e al loro bimbo: il fendente, dritto al cuore, non gli ha lasciato scampo. E l’uomo, un poliziotto di 39 anni, è morto praticamente sul colpo. È il drammatico epilogo del litigio in famiglia avvenuto mercoledì pomeriggio a Bagnarola di Sesto al Reghena, non lontano da San Vito al Tagliamento nel Pordenonese: lui era un agente scelto in servizio al secondo reparto mobile della questura di Padova, lei è un sergente di stanza all’aeroporto di Casarsa con il quinto reggimento aviazione dell’esercito ed è al quinto mese di gravidanza. Difficile capire cosa sia successo esattamente mercoledì pomeriggio e se tra i due ci fosse qualche incomprensione che si trascinava da tempo, fatto sta che la coppia ha iniziato a litigare e la discussione è sfuggita di mano fino all’estremo gesto dell’uomo; la donna invece ha accusato un malore ed è stata trasportata in ospedale sotto shock.
La vittima non era un poliziotto qualsiasi: lo scorso aprile, durante i festeggiamenti nella Sala dei Giganti di piazza Capitaniato per il 165esimo anniversario della polizia di Stato, l’agente friulano (insieme ad altri due colleghi) aveva ricevuto una lode per aver arrestato quattro ultrà nel movimentato post-partita di un’Atalanta-Inter a Bergamo. Lo scorso gennaio invece l’agente era balzato agli onori delle cronache per aver soccorso il capoturno dei vigili del fuoco di San Vito al Tagliamento, scivolato dal tetto di una casa a Bagnarola mentre cercava di spegnere un incendio.
Dal punto di vista umano e professionale, insomma, negli ultimi tempi l’agente aveva ricevuto varie gratificazioni. Non sono state sufficienti a lenire i dolori per i contrasti con la consorte. Questo episodio e quello di Albignasego (vedi articolo a lato) arrivano alla vigilia della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, fissata al 10 settembre e ideata dallo psichiatra padovano Diego De Leo. Che commenta: «Oggi c’è un gran bisogno di solidarietà, di non restare ai margini di una società che corre troppo in fretta e che lascia indietro i più fragili».