Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tram, il Comune punta a due nuove linee
Chiesti 180 milioni di euro al ministero, Giordani e Lorenzoni: «Siamo ottimisti»
L’idea era nell’aria, ma da ieri è diventata concreta. Il Comune martedì invierà una richiesta formale al ministero delle Infrastrutture per accedere ai fondi destinati alla mobilità sostenibile. L’obiettivo è portare a casa 180 milioni di euro (o almeno una parte) per iniziare già nel 2019 la realizzazione di due nuove linee del tram dalla stazione a Voltabarozzo e da Chiesanuova a Ponte di Brenta. Il sindaco Sergio Giordani e il suo vice Arturo Lorenzoni si dicono «ottimisti»
La domanda, se non altro a prima vista, sembra piuttosto pretenziosa. Da Palazzo Moroni, però, sprigionano ottimismo. E sono davvero convinti di riuscire a ottenere almeno un terzo dei 180 milioni di euro che, dopodomani (martedì), verranno formalmente chiesti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per realizzare due nuove linee di tram elettrico suddivise in tre stralci. Il primo dalla Stazione a Voltabarozzo, il secondo dalla Stazione a Chiesanuova e il terzo dalla Stazione a Ponte di Brenta.
Non a caso, per il Comune, la priorità è rappresentata dal tragitto che, partendo dal piazzale antistante la ferrovia per poi snodarsi lungo via Tommaseo, via Gozzi, via Morgagni, via Falloppio, via Giustiniani, via Sografi, via Canestrini e via Piovese (l’opera comprende anche la costruzione di un nuovo ponte sul Bacchiglione), collegherebbe appunto la Stazione con Voltabarozzo, con la possibilità di arrivare pure fino all’Agripolis di Legnaro: in questo modo, infatti, il mezzo su rotaia transiterebbe di fronte all’attuale ospedale e rientrerebbe nel progetto di nuovo su vecchio che il sindaco Sergio Giordani e il suo vice Arturo Lorenzoni, nonostante la contrarietà di Regione e Università, continuano a sostenere. «Martedì – hanno annunciato ieri gli stessi Giordani e Lorenzoni insieme con l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Micalizzi – domanderemo al ministero un contributo complessivo di 180 milioni di euro, partecipando a un bando per interventi relativi alla mobilità sostenibile che il governo, a livello nazionale, ha finanziato con un totale di un miliardo e mezzo di euro. La speranza, ovviamente, è quella di portare a casa l’intera cifra richiesta. Ma, come primo step, ne basterebbe un terzo. Ovvero quei 60 milioni di euro che tre anni fa, prima che l’allora sindaco Massimo Bitonci vi rinunciasse in maniera inspiegabile, erano già destinati a Padova». Soldi, quelli che in Municipio contano addirittura di incamerare già entro la fine di quest’anno, che serviranno per trasformare in esecutivo il vecchio progetto chiamato Sir 3. Cioè quello Stazione-Voltabarozzo. «Verosimilmente – hanno azzardato Giordani e colleghi – i lavori potrebbero cominciare nel 2019 e durare almeno un paio d’anni».
L’obiettivo finale, però, è quello di realizzare anche gli altri due stralci (dalla Stazione a Chiesanuova e dalla Stazione a Ponte di Brenta), che assieme costituiscono il Sir 2: «Abbiamo un ottimo rapporto con tutto il governo e, in particolare, con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. E qualora fosse necessario – hanno evidenziato sindaco, vice e assessore – siamo disposti, come Comune, a sostenere di tasca nostra il 10% della spesa».
Il tipo di tram elettrico che verrebbe utilizzato sarebbe un’evoluzione di quello a tre carrozze che, costruito dalla francese Translohr, gira per la città da marzo 2007 (il Sir 1 Stazione-Guizza e Stazione-Pontevigodarzere). E, a produrlo, sarebbe sempre un’azienda transalpina, che cinque anni fa ha inglobato proprio la Translohr: si tratta dell’Alstom, quella che fornisce i treni a Italo e che, di recente, ha rivoluzionato una grossa parte della linea tranviaria di Parigi.
Lorenzoni Parteciperemo a un bando del governo per la mobilità, intanto vogliamo riprenderci i 60 milioni a cui ha rinunciato Bitonci