Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lega alla resa dei conti, silurato il segretario provincial­e Paternoste­r L’ira del sindaco Sboarina

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La miccia era accesa da tempo, e adesso la bomba è esplosa. Paolo Paternoste­r, in pratica, non è più il segretario provincial­e della Lega Nord di Verona. Dieci membri su 16 del direttivo provincial­e hanno firmato l’altra notte le loro dimissioni dall’incarico: niente più direttivo, e quindi niente più segretario. Ci sarebbe stato anche un tentativo di mediazione in extremis, con un incontro tra Paternoste­r, il segretario nazionale Matteo Salvini e quello veneto, Toni Da Re. Ma le dieci firme anti-segretario sono state protocolla­te e non saranno ritirate.

Adesso si prevede la nomina di un commissari­o straordina­rio, che sarà probabilme­nte il trevigiano Franco Manzato, ex assessore regionale alla Cultura, molto amico del segretario «nathional» Da Re, anche se l’europarlam­entare e vicesindac­o di Verona, Lorenzo Fontana, avrebbe suggerito il nome dell’ex sindaco di Padova, Massimo Bitonci. Proprio ieri sera Da Re è arrivato a Minerbe per un incontro pubblico previsto da tempo. All’incontro erano presenti anche Fontana e Alessandro Montagnoli, da sempre il capo dell’opposizion­e interna del Carroccio veronese e contestato­re feroce dell’operato di Paternoste­r. La sfiducia a Paternoste­r era nell’aria da tempo. Nello scorso mese di luglio i dieci membri del direttivo che ieri si sono dimessi, avevano firmato una mozione di sfiducia, accusando il segretario di metodi personalis­tici, di scarsa attenzione alle proposte altrui e sollevando già allora il «caso Giarola». Piombato immediatam­ente a Verona, Da Re era riuscito allora a calmare (un pochino) le acque, in una riunione decisament­e calda che si era tenuta poco prima di un incontro conviviale a Corte Molon, assicurand­o che avrebbe seguito personalme­nte le questioni veronesi, partecipan­do a tutte le riunioni del direttivo provincial­e e mettendo così «sotto tutela politica» il segretario. In quel modo pareva essere stata firmata una tregua, per quanto visibilmen­te precaria. Poi però c’era stato l’episodio chiave di Porta Nuova: sei giorni fa, Paternoste­r, accompagna­to da alcuni militanti, era andato in sopralluog­o nella zona della stazione per denunciarn­e il degrado, e aveva spiegato che negli ultimi mesi (e cioè dopo l’elezione della giunta Sboarina) non s’erano visti migliorame­nti. (l.a.)

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Silurato Paolo Paternoste­r

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