Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un «nudo» al Duca D’Aosta Nuovo flash mob al Selvatico
Le due scuole festeggiano i 150 anni dalla nascita
Da una parte i festeggiamenti per l’esposizione di un disegno prestigioso e di una statua restaurata, dall’altra un presidio contro la chiusura della sede centrale: Duca d’Aosta e Selvatico compiono 150 anni con stati d’animo diametralmente opposti, legati in entrambi i casi agli edifici che li ospitano. In via del Santo, il progetto «Duca d’arte (Duda)» ha trasformato il liceo di scienze umane in una galleria d’arte, con quadri, sculture e installazioni esposti nei corridoi. Ieri il preside Alberto Danieli ha svelato l’ultima chicca, una china a tratto del pittore padovano Tono Zancanaro, realizzata nel 1982 e donata dal curatore del suo archivio, Manlio Gaddi. L’opera si chiama «Leopardiane» e ritrae due donne a seno scoperto: «L’ho scelta perché la scuola deve anche far pensare, stimolare e dare pugni per favorire momenti di riflessione — spiega Danieli —. I benpensanti sono serviti». La festa è proseguita in giardino, dove il preside ha svelato il busto di Dante fresco di restauro e gli studenti hanno declamato alcuni versi del poeta.
Anche il liceo artistico Selvatico si presenta come una galleria d’arte, solo che da quest’anno la sede storica di largo Meneghetti ha chiuso i battenti per motivi di sicurezza e le classi sono state sparpagliate tra le succursali. In attesa di sapere se e quando cominceranno i restauri, ieri un centinaio tra studenti, ex e professori si sono radunati davanti all’ex macello di Jappelli per ricordare che «la storia va insegnata, non va cancellata». Il portavoce è Lorenzo Callegari, studente negli anni ‘50: «Questa è la scuola di Amleto e Donato Sartori e di tanti altri artisti, il suo abbandono ci fa male. Si poteva avviare una ristrutturazione a stralci, in modo da sistemare tutto nel giro di due-tre anni e dilazionare la spesa. Ora invece c’è il pericolo che tra qualche anno l’edificio venga abbattuto o diventi un supermercato».