Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Belluno, primo test sfilano i sindaci piazza semivuota
Sindaci presenti, cittadini assenti. Il caso delle fasce tricolori
Un’affluenza di cittadini bassa e fredda. La mobilitazione di ieri indetta dal presidente della provincia Roberto Padrin per informare i bellunesi sul referendum del 22 ottobre è stata un flop. Hanno sfilato i sindaci con la fascia tricolore. Ma la piazza era semideserta.
BELLUNO Un sole alto e caldo. Un’affluenza di cittadini bassa e fredda. La mobilitazione di ieri mattina indetta dal presidente della provincia Roberto Padrin per informare i cittadini sul referendum del 22 ottobre è stata un flop. «Dovevamo mostrare il senso di unità della provincia», ha commentato Padrin. E i rappresentanti istituzionali della provincia c’erano, anche uniti, ma in parata quasi solitaria. Un campanello d’allarme in vista del quorum.
La sfilata, partita alle 11.45 dall’ex Banca d’Italia, ha visto la partecipazione di una quarantina di sindaci bellunesi, delle associazioni di categoria, dei sindacati, della rete degli studenti. Un centinaio di persone poco più senza l’auspicata presenza popolare.
Le fasce tricolori, che il prefetto aveva consigliato ai sindaci di non indossare per non entrare in contrasto con i loro compiti istituzionali, sono comunque state indossate e mostrate con orgoglio. Il gesto di coraggio da parte dei sindaci non ha però avuto grandi testimonianze. La sfilata si è conclusa davanti a un piccolo palco vicino al Teatro Comunale. Qui si sono susseguiti gli interventi, questa volta senza fascia tricolore, di Roberto Padrin, dei consiglieri provinciali Jacopo Massaro e Serenella Bogana, dei sindaci Paolo Perenzin e Marco Staunovo Polacco, e di Ivana Del Pizzol rappresentante della Camera di commercio Belluno-Treviso. «È una grande occasione per tutta la provincia – ha affermato Padrin – Dobbiamo far sentire che Belluno c’è, dare un segnale di unità e rivendicare ciò che ci spetta. Non possiamo pretendere di diventare come le province di Trento e Bolzano, è un sogno irrealizzabile, ma vogliamo infrastrutture migliori, scuole sicure e competenze che leggi regionali e statali hanno riconosciuto per iscritto senza poi applicarle». Una mancanza che Massaro ha definito «una vera e propria ingiustizia che oggi si concretizza nell’impossibilità materiale di poter governare un territorio e dare servizi ai cittadini a causa di un quadro normativo inadeguato e antistorico rispetto alle esigenze reali. Il referendum è stato promosso dai sindaci. Non una scelta di parte, ma una necessità trasversale che nasce tra coloro che rappresentano i cittadini. Gli strumenti di cui disponiamo non sono più sufficienti, diciamolo con forza a Roma e a Venezia».
Occorre però una visione unitaria sul futuro: «Dobbiamo proporre noi quello che pensiamo sia utile per il territorio – ha sottolineato Perenzin – In questi anni c’è stato un taglio di risorse alle provincie inaccettabile. La regione Veneto non ha mai attuato lo statuto dove nell’articolo 15 si prevede la delega e la devoluzione di particolari materie, risorse e autonomia alla provincia di Belluno».
Se lo scopo è di rivendicare qualcosa, alle urne sarà necessaria un’affluenza della cittadinanza diversa rispetto a ieri mattina. Le persone che sono passate per la piazza non hanno dato segno di grande interesse. Davanti allo stand del Bard, presente in piazza dei Martiri con i suoi volantini, si sono fermati in pochi. E quei pochi dicevano cose del tipo: «Voterò sicuramente sì ad entrambi i referendum». Molti di più sono passati dritti: «Non me ne frega niente». Altri ancora hanno manifestato contrarietà. «Sono milioni di euro che se ne vanno, potevano essere utilizzati meglio». Il campanello d’allarme non ferma i diversi movimenti politici che continuano la loro azione di propaganda. «Importantissimo partecipare al referendum del 22 – dichiara il deputato del M5S Federico D’Incà – Mi auguro che raggiunga una quota superiore al 60%. È un treno che passa una volta sola». «Strappare competenze è impegnativo – spiega l’ormai ex senatore di Forza Italia Piccoli – Ci vuole un’affluenza forte, mi auguro oltre il 70%».
Stiamo uniti, è una grande occasione per tutta la Provincia
Le urne non sono una scelta di parte ma una necessità