Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Calcio vietato ai profughi I residenti li invitano
SANDRIGO (VICENZA) Tiri in porta, fuori gioco, rigori, marcature a uomo e calci d’angolo assolutamente vietati, se si hanno più di 14 anni, nel campetto da calcio in via Da Ponte a Sandrigo, nel Vicentino. Lo ha deciso il Comune lo scorso 10 ottobre con un’ordinanza rivolta in realtà contro due «squadre» di richiedenti asilo, frequentatori dell’area verde e contro cui una cinquantina di residenti, petizione alla mano, hanno protestato con il sindaco Giuliano Stivan. Ora una risposta la danno (altri) residenti, di opinione opposta: in modo spontaneo, su Facebook, hanno organizzato una partita per oggi pomeriggio invitando adulti, anziani e ultra quattordicenni. Pure i ragazzi africani, se vorranno esserci.
«Sanno che la partita c’è e decideranno loro se partecipare, non gliel’abbiamo vietato – dice Silvio Bazzara, presidente della cooperativa Con Te che ospita molti profughi a Sandrigo – comunque, noi non pagheremo nessuna multa».
Il sindaco Stivan (civico, vicino alla Lega Nord) ha confermato che il divieto deriva dall’utilizzo da parte dei ragazzi africani di un’area che non è un vero campo da calcio. Il provvedimento sembra aver colpito nel segno: da martedì, da quando sono comparsi quei plastificati arancioni con l’ordinanza appesi tutto attorno al campetto, gli africani non si sono fatti più vedere.
Così anche nel pomeriggio di sabato il prato con le due porte – un riquadro fra le case piuttosto piccolo, non edificato e non recintato – è deserto, ci sono due signore, residenti della zona, con i bimbi piccoli: Nicoletta Tolio e l’amica Alessia allargano le braccia stupite. «I ragazzi venivano dalle cinque del pomeriggio alle otto di sera, orari in cui questo spazio era comunque vuoto. Anche a noi avevano chiesto di firmare quella petizione ma abbiamo detto no, non ci risulta che qui i profughi abbiano mai creato problemi o lasciato sporcizia, giocavano e basta».
In paese sono circa 160 i richiedenti asilo, ospitati in due hotel. Una novantina sono seguiti dalla cooperativa Con Te: «Mesi fa, quando il Comune ci ha segnalato il problema, abbiamo detto ai nostri ragazzi di usare lo spazio solo alcune ore al giorno – spiega Bazzara – evidentemente qualcuno ha fatto il furbo, gli servirà da lezione. Ad ogni modo, non sono certo che quell’ordinanza sia legale». Il presidente della coop spiega che da tempo sta cercando soluzioni in altri campi da calcio. «Ho chiesto personalmente due mesi fa un incontro con il sindaco - precisa - senza risposta. Gli rinnovo l’invito a confrontarci».
I richiedenti asilo, per rispettare le regole, dovranno rimanere nei rispettivi hotel oppure limitare le pallonate al solo venerdì mattina, nel campo della parrocchia dove c’è un accordo con il coordinamento dell’unità parrocchiale da più di un anno. «Ce l’ha chiesto una cooperativa, molto prima di questa vicenda – spiega il parroco don Giovanni Sandonà – se ci chiederanno altri spazi, valuteremo in quel momento». In alternativa, i ragazzi africani, oggi pomeriggio, alle 15 potranno sfidare qualche decina di vicentini, di nuovo in via Da Ponte.
Nata in modo scherzoso, sulla scia di una certa indignazione per l’ordinanza comunale, su Facebook la «Partita di calcio per maggiorenni/ over14/pensionati» nel campetto «proibito» ha già raggiunto oltre 50 partecipanti confermati e più di 60 potenziali aderenti. Sono quasi tutti residenti del quartiere, che non condividono le idee dei firmatari della petizione. «Vogliamo dimostrare – dice uno degli organizzatori – che siamo in Italia, un paese libero in cui non è ancora lecito mettere un divieto per chi è “oltre” una certa età. Questa proibizione è stata fatta perché a giocare erano degli africani, così l’amministrazione penalizza tutti. Se vorranno partecipare anche i richiedenti asilo saranno benvenuti e se ci daranno delle multe le pagheremo – conclude – noi rispettiamo le regole, anche se assurde».
I promotori Se ci multano, paghiamo, il divieto è ingiusto e penalizza tutti quanti