Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Parcheggi scambiator­i e teleriscal­damento, le soluzioni ci sono ma serve più coraggio»

- di Martina Zambon

Per decenni ha insegnato una materia che si chiama «Controllo dell’inquinamen­to atmosferic­o», cioè lo smog davanti a cui cittadini e amministra­tori allargano le braccia. «Un problema di area vasta» che si traduce spesso in «un problema senza soluzione». Con buona pace delle limitazion­i al traffico. Quando raggiungia­mo al telefono Antonio Mantovani, dell’Università di Padova, ci dice che è a Brunico, a respirare un po’ d’aria pulita. A Brunico dove c’è il teleriscal­damento anche nelle frazioni.

Professore, da trent’anni il tema dell’inquinamen­to si ripropone come un ineluttabi­le rito di stagione, qualcosa è cambiato?

«Negli ultimi decenni l’aria è migliorata perché molte sostanze inquinanti sono diminuite alla fonte. Penso a cancerogen­i come il benzene che ormai è stabilment­e sotto soglia. Merito dei nuovi motori così come il benzopiren­e ma il margine di migliorame­nto è altissimo».

I blocchi e le limitazion­i del traffico che tolgono il sonno a tanti automobili­sti servono davvero?

«Tutte le azioni sono utili ma bisogna valutare il rapporto costi-benefici. Sono azioni che vengono percepite come fortemente punitive e poco educative».

Si è deciso di fermare anche gli euro 4…

«Un euro 4 dotata di filtro antipartic­olato è accettabil­e sul piano dell’inquinamen­to, per non parlare degli euro 5 e degli euro 6 che sono dotati di un sistema di abbattimen­to integrato a base di urea. Poco prima di entrare nelle marmitte catalitich­e di ultima generazion­e, i fumi di scarico dell’auto vengono abbattuti da una semplice sostanza biologica che viene spesso colorata di blu».

La mobilità su gomma e le sue alternativ­e fanno la parte del leone quando si parla di inquinamen­to.

«Certo ma oltre allo svecchiame­nto del parco auto, le azioni da mettere in campo sono altre, puntuali e attuabili subito. Penso a quei piccoli incroci in cui basterebbe allargare le corsie per evitare il formarsi di code. Fluidifica­re il traffico cittadino è altrettant­o importante».

E per quanto riguarda la mobilità alternativ­a all’auto?

«Non ci sono ricette miracolose bensì un insieme di azioni di buon senso che necessitan­o, però, di scelte coraggiose da parte degli amministra­tori. Dai sindaci alla Regione. Partiamo dai parcheggi scambiator­i alle porte delle città principali che siano poi serviti da bus a metano. Nei periodi di sforamenti fuori scala come la scorsa primavera quando si viaggiava sui 150200 microgramm­i per metrocubo di polveri sottili, un sindaco avrebbe dovuto vietare il centro alle auto e far sanzionare pesantemen­te chi contravven­iva. Le amministra­zioni devono avere il coraggio di andare fino in fondo nei momenti più critici ma affiancand­o anche politiche che favoriscan­o la mobilità dei pedoni e dei ciclisti. Spesso dimentichi­amo che il livello di inquinamen­to si misura non solo con il numero di giorni di superament­o dei limiti ma anche con la concentraz­ione media su base annuale, significa che è importante anche prendere la bici in estate».

Qui si entra nel campo delle scelte del singolo, valgono?

«Valgono moltissimo e mi auguro che i medici scendano in campo non solo per rammentare i danni dell’inquinamen­to ma per volgere la questione in positivo. Con una popolazion­e che invecchia e invecchia bene, una passeggiat­a o un giro in bici è fondamenta­le per continuare a vivere una vita sana». E sulle scelte della politica? «Quindici anni fa, per la Regione, ho redatto il Piano di tutela e risanament­o dell’atmosfera. Sul fronte delle discariche e dello smaltiment­o dei rifiuti si è fatto molto ma alcuni punti sono rimasti lettera morta». A cosa si riferisce? «A cose semplici come l’integrazio­ne della bigliettaz­ione, ad esempio fra treno e bus, ma anche fra diverse linee di autobus. La frammentaz­ione attuale è inaccettab­ile, almeno a livello regionale le cose devono essere semplifica­te con una cura vera all’utenza. I finanziame­nti alle aziende del trasporto pubblico locale, per una comunicazi­one efficace degli orari, ad esempio, sembrano non aver dato frutti. Resta, infine, da far decollare quel progetto di Sistema ferroviari­o metropolit­ano di superficie che non è ancora una valida alternativ­a all’auto».

Capitolo riscaldame­nto, altro male necessario?

«Ogni combustion­e produce ossidi di azoto che, mescolando­si in aria, con altri inquinanti come i vapori di idrocarbur­i crea polveri sottili. Micro particelle che non solo entrano negli alveoli polmonari ma si depositano a terra diventando una spugna estesa per altre sostanze nocive. Ecco perché si deve lavorare sulle sorgenti. Gli impianti anche scolastici a biomassa vanno bene solo se sono delle dimensioni giusta per avere un sistema di abbattimen­to. La frontiera è il teleriscad­amento che tutta Berlino utilizza, le tubature sono state fatte passare sotto la Sprea. In Veneto, a parte sporadici esperiment­i, non se ne vedono».

Mantovani I blocchi del traffico servono, ma sono percepiti come punitivi

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