Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Affitti in nero, ripicche e litigi tra vicini Arrivano i carabinier­i «di condominio»

Militari al citofono per monitorare casi critici, contratti e illeciti amministra­tivi

- Angela Tisbe Ciociola

C’è chi, mettendo in affitto il proprio appartamen­to, dà ospitalità a immigrati clandestin­i. C’è poi chi trasforma le stanze in cui abita in un laboratori­o per la raffinazio­ne di droga, all’insaputa del padrone di casa. E poi c’è chi litiga in continuazi­one con i vicini, e arriva a minacciarl­i o, peggio, aggredirli.

Le cronache condominia­li sono molto ricche di violenza o di situazioni in cui il limite tra legalità e illegalità viene spesso sorpassato, anche se nel chiuso delle mura casalinghe. L’unico modo per portarli alla luce è quello di suonare porta a porta, e di verificare che tutto sia in ordine. E’ proprio questo il nuovo servizio avviato dai carabinier­i del Comando di Padova. Tutto questo in un periodo in cui la percezione dell’insicurezz­a è sempre crescente, nonostante i dati statistici affermino che i reati sono in calo da tre anni a questa parte, al punto da spingere il sindaco di Padova Sergio Giordani a chiedere in prefettura, nell’ultimo tavolo tecnico sulla sicurezza tenutosi a inizio settimana, un aumento del numero di soldati per pattugliar­e i luoghi sensibili della città.

E così, dopo il carabinier­e di quartiere e quello incaricato di salire a bordo di tram e bus (come deciso questa estate dopo i numerosi episodi di aggression­e ad autisti e controllor­i), arrivano ora i «carabinier­i di condomini». Il loro compito sarà quello di avviare un dialogo con chi vive in queste piccole comunità su più piani. E per farlo, si rivolgeran­no a chi delle lamentele dei residenti è il collettore, vale a dire gli amministra­tori. Attraverso loro, così, i carabinier­i cercherann­o di individuar­e quelle situazioni a rischio che, se trascurate, potrebbero degenerare. D’altra parte le pagine dei quotidiani sono pieni di episodi come questo. Basta pensare ai molti episodi di stalking condominia­le approdate nelle aule dei tribunali, oppure alle liti tra condòmini, come quella verificata­si a inizio ottobre in zona Sacra Famiglia, iniziata per un parcheggio mal fatto e finita con una rissa nella quale una delle protagonis­te era un’ottantenne. O ancora la lite tra dirimpetta­i, ed ex fidanzati, a Mortise, risoltasi a colpi di mattarello sul naso. Ci sono poi gli episodi in cui gli appartamen­ti vengono affittati con un contratto intestato a una sola persona, anche se nelle stanze si trovano a vivere sei o sette stranieri, spesso clandestin­i e senza documenti, in condizioni igieniche precarie.

Una situazione che più volte carabinier­i o poliziotti si sono trovati a dover fronteggia­re. I primi a rendersi conto di realtà simili, nella maggior parte dei casi, sono proprio i condòmini esasperati che, però, si limitano a lamentarsi con l’amministra­tore senza magari denunciare. E così, se la montagna non va da Maometto, è Maometto ad andare alla montagna, con i carabinier­i che passano di casa in casa e di citofono in citofono. Un modo per accertarsi con i propri occhi e stroncare sul nascere eventuali situazioni di degrado.

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