Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il referendum spacca Pd e M5S
I Dem polesani contro la linea regionale: in maggioranza per l’astensione Anche i grillini sconfessano l’orientamento veneto, non andranno a votare
Pd e M5S in Polesine si presentano sostanzialmente compatti nell’astensione sul voto referendario regionale per l’autonomia del Veneto. Una posizione in discontinuità con la linea ufficiale dei due partiti a livello regionale, in vista della consultazione di domenica.
Tra gli esponenti di spicco del Pd del Polesine, solo l’ex segretario provinciale Julik Zanellato continua a sposare con convinzione le ragioni del Sì, tanto che ieri mattina c’è stato il blitz a sostegno del voto favorevole della deputata trevigiana Simonetta Rubinato. Tra i Democratici polesani i sostenitori dell’astensione sono trasversali alle componenti e vanno dal consigliere regionale Graziano Azzalin a Nadia Romeo, capogruppo in consiglio a Rovigo ed eletta nella direzione nazionale del partito in quota Michele Emiliano. Oggi scioglierà le riserve pro astensione anche il deputato Diego Crivellari.
E pure Giuseppe Traniello Gradassi non andrà alle urne. «Sul tema dell’autonomia credo siamo tutti favorevoli — spiega il segretario provinciale Pd — ma qui lo strumento referendario è stato utilizzato in maniera impropria e strumentale. Il presidente della Regione Luca Zaia e, in generale, il centrodestra che governa da anni il Veneto hanno da anni numeri e possibilità di aprire il dialogo con lo Stato, come ha fatto recentemente l’Emilia Romagna».
Compatto anche il M5S polesano che, attraverso i propri rappresentanti istituzionali (la consigliera regionale Patrizia Bartelle, i consiglieri comunali rodigini Francesco Gennaro e Ivaldo Vernelli, la consigliera comunale adriese Elena Suman), contesta una logica plebiscitaria nell’iniziativa. aE in un plebiscito — osservano i grillini — quello che conta è solo quanta gente andrà effettivamente a votare». Per l’astensione anche la Sinistra Mdp, Possibile, Prc, Psi, Si.
«Non è il referendum di Zaia, ma di tutti i veneti — rilancia Stefano Falconi, segretario provinciale della Lega Nord — è un’opportunità per dare un segnale a Roma sull’autonomia. Giusto che tutte le posizioni si esprimano nel voto».
E apertamente critico verso Pd e M5S locali è Giacomo Sguotti. «Se aspettiamo loro, il Veneto resterà per sempre una succursale di Roma — attacca l’esponente di Fi, consigliere comunale nel capoluogo — vorrebbero più autonomia, ma non con una consultazione elettorale. Cosa c’è di più democratico di un referendum? Perché i cittadini non dovrebbero esprimersi?».
Intanto stasera alle 21 all’Auditorium di via Pighin ultimo atto della campagna elettorale col dibattito tra Azzalin e Cristiano Corazzari, assessore regionale leghista schierato per un voto favorevole.