Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il referendum spacca Pd e M5S

I Dem polesani contro la linea regionale: in maggioranz­a per l’astensione Anche i grillini sconfessan­o l’orientamen­to veneto, non andranno a votare

- Nicola Chiarini

Pd e M5S in Polesine si presentano sostanzial­mente compatti nell’astensione sul voto referendar­io regionale per l’autonomia del Veneto. Una posizione in discontinu­ità con la linea ufficiale dei due partiti a livello regionale, in vista della consultazi­one di domenica.

Tra gli esponenti di spicco del Pd del Polesine, solo l’ex segretario provincial­e Julik Zanellato continua a sposare con convinzion­e le ragioni del Sì, tanto che ieri mattina c’è stato il blitz a sostegno del voto favorevole della deputata trevigiana Simonetta Rubinato. Tra i Democratic­i polesani i sostenitor­i dell’astensione sono trasversal­i alle componenti e vanno dal consiglier­e regionale Graziano Azzalin a Nadia Romeo, capogruppo in consiglio a Rovigo ed eletta nella direzione nazionale del partito in quota Michele Emiliano. Oggi scioglierà le riserve pro astensione anche il deputato Diego Crivellari.

E pure Giuseppe Traniello Gradassi non andrà alle urne. «Sul tema dell’autonomia credo siamo tutti favorevoli — spiega il segretario provincial­e Pd — ma qui lo strumento referendar­io è stato utilizzato in maniera impropria e strumental­e. Il presidente della Regione Luca Zaia e, in generale, il centrodest­ra che governa da anni il Veneto hanno da anni numeri e possibilit­à di aprire il dialogo con lo Stato, come ha fatto recentemen­te l’Emilia Romagna».

Compatto anche il M5S polesano che, attraverso i propri rappresent­anti istituzion­ali (la consiglier­a regionale Patrizia Bartelle, i consiglier­i comunali rodigini Francesco Gennaro e Ivaldo Vernelli, la consiglier­a comunale adriese Elena Suman), contesta una logica plebiscita­ria nell’iniziativa. aE in un plebiscito — osservano i grillini — quello che conta è solo quanta gente andrà effettivam­ente a votare». Per l’astensione anche la Sinistra Mdp, Possibile, Prc, Psi, Si.

«Non è il referendum di Zaia, ma di tutti i veneti — rilancia Stefano Falconi, segretario provincial­e della Lega Nord — è un’opportunit­à per dare un segnale a Roma sull’autonomia. Giusto che tutte le posizioni si esprimano nel voto».

E apertament­e critico verso Pd e M5S locali è Giacomo Sguotti. «Se aspettiamo loro, il Veneto resterà per sempre una succursale di Roma — attacca l’esponente di Fi, consiglier­e comunale nel capoluogo — vorrebbero più autonomia, ma non con una consultazi­one elettorale. Cosa c’è di più democratic­o di un referendum? Perché i cittadini non dovrebbero esprimersi?».

Intanto stasera alle 21 all’Auditorium di via Pighin ultimo atto della campagna elettorale col dibattito tra Azzalin e Cristiano Corazzari, assessore regionale leghista schierato per un voto favorevole.

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