Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Brunetta: «I soci verranno risarciti Non faremo sconti, anche a Bankitalia»
Il vicepresidente: «La verità in commissione»
«Ci sono due cose che mi sento di promettere ai quasi 200 mila azionisti di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ma anche ai risparmiatori degli altri istituti di credito italiani che hanno perso tutto. La prima è che quella della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario sarà un’indagine che non risparmierà nessuno pur di arrivare alla verità». E la seconda promessa?
«Che la relazione finale conterrà anche le linee guida per porre rimedio ai torti subiti da chi, pur non avendo colpe, è andato incontro a perdite gravissime». Che genere di rimedio?
«Chiarite le responsabilità, in ragione di esse, i risparmiatori dovranno ottenere opportuni risarcimenti».
Ad assicurare un futuro indennizzo alle vittime del tracollo che ha coinvolto Bpvi e Veneto Banca, è Renato Brunetta, capogruppo dei deputati di Forza Italia, ma soprattutto vicepresidente della Commissione bicamerale che indaga sulle sette crisi bancarie: le due venete, Monte dei Paschi di Siena e le quattro banche poste in risoluzione (Etruria, Chieti, Ferrara e Marche).
«Fui io il primo a chiedere di istituire questa commissione parlamentare, che ha gli stessi poteri d’indagine della magistratura. Ci sono voluti quasi due anni e mezzo perché il Pd di Renzi si decidesse, ma ora finalmente ci siamo. Il nostro compito è di analizzare il fenomeno, capire perché è accaduto tutto questo e individuare chi aveva la responsabilità di vigilare e non l’ha fatto. Alla fine, faremo una relazione che conterrà le misure che dovrà assumere il prossimo parlamento per evitare che situazioni del genere possano ripetersi, oltre alle indicazioni circa le categorie risarcibili». Quanto ci vorrà per capire tutto questo?
«Abbiamo poco tempo: le audizioni proseguiranno fino a dicembre, poi la commissione avrà un paio di mesi per la redigere la relazione finale, prima del voto. In questo modo il prossimo parlamento potrà acquisire i risultati e intervenire».
Lei è tra i pochissimi, con il presidente Pier Ferdinando Casini, ad avere visto i documenti consegnati dal governatore di Bankitalia…
«Li ho sfogliati ieri sera, è una mole impressionante. Ma non li ho ancora letti».
Ma un’idea delle cause di questa crisi se la sarà fatta…
«Andremo ad analizzare un periodo molto difficile, quello dal 2008 in poi. È da lì che tutto peggiora. Poi si è aggiunta la crisi dello spread che in Italia è scoppiata nel 2011, quando aumentando i rendimenti che i titoli del debito pubblico dovevano garantire agli acquirenti, diminuì il loro valore. Le banche, che avevano accumulato una grande quantità di questi titoli e li avevano messi a capitale, si ritrovarono costrette a cercare denaro all’esterno».
Quella però fu solo la scintilla…
«Certo, occorre aggiungere la gestione disinvolta da parte di alcune banche più fragili, costruite nei tempi del bengodi quando le azioni rendevano tantissimo. Così si è arrivati al collasso». E la colpa di chi è? «La commissione dovrà studiare le scelte fatte dai manager delle banche e capire perché i problemi non siano emersi subito. In quegli anni c’è stato il passaggio della vigilanza da Bankitalia alla Banca centrale europea: probabilmente questo ha portato a una fase caotica dentro la quale si sono forse comportamenti devianti, illegali, o criminali». Da parte di chi? «Dei banchieri, innanzitutto. In Italia abbiamo troppe banche, di dimensioni e natura molto diverse, ma hanno sempre una cosa in comune: i loro amministratori sono strapagati, a volte incompetenti e spesso in pieno conflitto di interessi. Poi c’è la questione dei rapporti opachi, e a volte perversi, tra gli istituti e le Fondazioni bancarie che ne detengono i pacchetti azionari. Queste ultime spesso guardano solo ai dividenti, perché più sono i soldi a disposizione per distribuirli sul territorio, maggiore è il consenso che possono comprare. Insomma, ce n’è in abbondanza per spiegare la fragilità con la quale il nostro sistema bancario ha affrontato la crisi. Infine, ci possiamo aggiungere gli errori compiuti dai governi Letta-Renzi-Gentiloni nell’affrontare l’emergenza».
Nessuna colpa da parte di Bankitalia?
«Sulle responsabilità di chi doveva vigilare, la commissione farà piena luce. Visco ci ha messo a disposizione tutta la banca dati della Vigilanza, avremo modo di esercitarci su questo: non faremo sconti a nessuno». E alla fine di tutto? «Alla fine avremo la verità su quanto accaduto. E la speranza è che da lì si parta per avere un sistema bancario più trasparente, che non ripeta gli errori del passato».
Il tempo Solo 4 mesi per audizioni e relazione Le cause Pesano troppe gestioni disinvolte