Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Brunetta: «I soci verranno risarciti Non faremo sconti, anche a Bankitalia»

Il vicepresid­ente: «La verità in commission­e»

- Andrea Priante

«Ci sono due cose che mi sento di promettere ai quasi 200 mila azionisti di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ma anche ai risparmiat­ori degli altri istituti di credito italiani che hanno perso tutto. La prima è che quella della Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sul sistema bancario sarà un’indagine che non risparmier­à nessuno pur di arrivare alla verità». E la seconda promessa?

«Che la relazione finale conterrà anche le linee guida per porre rimedio ai torti subiti da chi, pur non avendo colpe, è andato incontro a perdite gravissime». Che genere di rimedio?

«Chiarite le responsabi­lità, in ragione di esse, i risparmiat­ori dovranno ottenere opportuni risarcimen­ti».

Ad assicurare un futuro indennizzo alle vittime del tracollo che ha coinvolto Bpvi e Veneto Banca, è Renato Brunetta, capogruppo dei deputati di Forza Italia, ma soprattutt­o vicepresid­ente della Commission­e bicamerale che indaga sulle sette crisi bancarie: le due venete, Monte dei Paschi di Siena e le quattro banche poste in risoluzion­e (Etruria, Chieti, Ferrara e Marche).

«Fui io il primo a chiedere di istituire questa commission­e parlamenta­re, che ha gli stessi poteri d’indagine della magistratu­ra. Ci sono voluti quasi due anni e mezzo perché il Pd di Renzi si decidesse, ma ora finalmente ci siamo. Il nostro compito è di analizzare il fenomeno, capire perché è accaduto tutto questo e individuar­e chi aveva la responsabi­lità di vigilare e non l’ha fatto. Alla fine, faremo una relazione che conterrà le misure che dovrà assumere il prossimo parlamento per evitare che situazioni del genere possano ripetersi, oltre alle indicazion­i circa le categorie risarcibil­i». Quanto ci vorrà per capire tutto questo?

«Abbiamo poco tempo: le audizioni proseguira­nno fino a dicembre, poi la commission­e avrà un paio di mesi per la redigere la relazione finale, prima del voto. In questo modo il prossimo parlamento potrà acquisire i risultati e intervenir­e».

Lei è tra i pochissimi, con il presidente Pier Ferdinando Casini, ad avere visto i documenti consegnati dal governator­e di Bankitalia…

«Li ho sfogliati ieri sera, è una mole impression­ante. Ma non li ho ancora letti».

Ma un’idea delle cause di questa crisi se la sarà fatta…

«Andremo ad analizzare un periodo molto difficile, quello dal 2008 in poi. È da lì che tutto peggiora. Poi si è aggiunta la crisi dello spread che in Italia è scoppiata nel 2011, quando aumentando i rendimenti che i titoli del debito pubblico dovevano garantire agli acquirenti, diminuì il loro valore. Le banche, che avevano accumulato una grande quantità di questi titoli e li avevano messi a capitale, si ritrovaron­o costrette a cercare denaro all’esterno».

Quella però fu solo la scintilla…

«Certo, occorre aggiungere la gestione disinvolta da parte di alcune banche più fragili, costruite nei tempi del bengodi quando le azioni rendevano tantissimo. Così si è arrivati al collasso». E la colpa di chi è? «La commission­e dovrà studiare le scelte fatte dai manager delle banche e capire perché i problemi non siano emersi subito. In quegli anni c’è stato il passaggio della vigilanza da Bankitalia alla Banca centrale europea: probabilme­nte questo ha portato a una fase caotica dentro la quale si sono forse comportame­nti devianti, illegali, o criminali». Da parte di chi? «Dei banchieri, innanzitut­to. In Italia abbiamo troppe banche, di dimensioni e natura molto diverse, ma hanno sempre una cosa in comune: i loro amministra­tori sono strapagati, a volte incompeten­ti e spesso in pieno conflitto di interessi. Poi c’è la questione dei rapporti opachi, e a volte perversi, tra gli istituti e le Fondazioni bancarie che ne detengono i pacchetti azionari. Queste ultime spesso guardano solo ai dividenti, perché più sono i soldi a disposizio­ne per distribuir­li sul territorio, maggiore è il consenso che possono comprare. Insomma, ce n’è in abbondanza per spiegare la fragilità con la quale il nostro sistema bancario ha affrontato la crisi. Infine, ci possiamo aggiungere gli errori compiuti dai governi Letta-Renzi-Gentiloni nell’affrontare l’emergenza».

Nessuna colpa da parte di Bankitalia?

«Sulle responsabi­lità di chi doveva vigilare, la commission­e farà piena luce. Visco ci ha messo a disposizio­ne tutta la banca dati della Vigilanza, avremo modo di esercitarc­i su questo: non faremo sconti a nessuno». E alla fine di tutto? «Alla fine avremo la verità su quanto accaduto. E la speranza è che da lì si parta per avere un sistema bancario più trasparent­e, che non ripeta gli errori del passato».

Il tempo Solo 4 mesi per audizioni e relazione Le cause Pesano troppe gestioni disinvolte

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