Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Schiavon: «Ma Zonin l’ha fatta sotto il naso a tutti quanti»
«Cosa si può dire se non che Gianni Zonin l’ha fatta sotto il naso a tutti?». L’espressione è di Giovanni Schiavon, ex magistrato, già presidente del Tribunale di Treviso e fondatore dell’Associazione azionisti di Veneto Banca all’indomani della prima pesante svalutazione delle azioni, due anni e mezzo fa, e poi per alcuni mesi vicepresidente dello stesso istituto di Montebelluna. Da uomo di legge le cose che Schiavon non si spiega sono, per esempio, la differenza di trattamento fra Zonin e l’ex amministratore delegato di Veneto Banca, Vincenzo Consoli: il primo ha salvato tutti i suoi beni mentre il secondo li vede bloccati da un sequestro cautelare che la Procura di Vicenza, nei confronti di Zonin, non ha invece mai chiesto. «Comunque sia – aggiunge Schiavon – anche se fosse possibile mettere le mani sul patrimonio dell’ex presidente di Bpvi, ai risparmiatori azzerati non sarebbe di alcun aiuto, il ricavato andrebbe a finire nella Sga», ossia la società che si è presa tutta la parte guasta delle ex Popolari per consentire a Intesa SanPaolo, lo scorso 25 giugno, di rilevare la componente sana. Certo, potrebbe essere una somma aggredibile in fase di insinuazione al passivo da parte dei risparmiatori, una delle poche vie rimaste per tentare di rimediare qualcosa, ma Andrea Arman, avvocato di riferimento dell’associazione «Noi che credevamo nella Bpvi e in Veneto Banca», prova a inquadrare il senso delle dimensioni: «A noi il patrimonio di Zonin sembra immenso ma se anche fosse spartito fra tutti i danneggiati a causa sua, arriverebbe qualche euro a testa. Dal punto di vista della giustizia sostanziale sarebbe importante ma per essere pratici noi dobbiamo costituirci parte civile nelle azioni penali e dovremmo avere sul banco degli imputati anche Bankitalia, Consob e lo stesso Fondo Atlante. E poi è nostra intenzione chiedere l’impugnazione