Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ermitage Venezia: mostra su Canaletto e nuovi fondi
Sarà una serie di tre importanti mostre, nei prossimi due anni, a suggellare la ripresa delle attività di Ermitage Italia a Venezia.
In attesa di riavere la sede alle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, affidategli dal Comune e tuttora in fase di restauro, il board presieduto dal sindaco Luigi Brugnaro si è riunito ieri a Palazzo Ducale e ha fatto il punto su come rilanciare la collaborazione fra la città lagunare e il celebre museo di San Pietroburgo. «A breve» riprenderanno i loro uffici, dopo quasi quattro anni. Così si è espresso il segretario generale Maurizio Cecconi, che ha anche aggiunto di «aver stipulato nel frattempo 20 convenzioni per attività con altrettante città italiane».
Quello che mancava in questi ultimi anni erano i finanziamenti. Che ora sono stati sbloccati: il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ieri ha portato in dote 300 mila euro, da saldare in tre anni, provenienti dal ministero della Cultura e che transiteranno attraverso le casse comunali. Altri 150 mila in tre anni li metterà Lavazza, diventato main sponsor.
Ermitage Italia è frutto di un accordo di cooperazione bilaterale tra i due Paesi, siglato nel 2007 dall’allora premier Romano Prodi e dal tuttora presidente Vladimir Putin. Nel 2013 al vertice di Trieste si sanciva il trasferimento della sede da Ferrara a Venezia. A parte il fatto di essere un’irresistibile location, la scelta non arrivava casuale, vista la fitta trama di legami che unisce da sempre le due città. Lo ribadiva anche ieri il direttore dell’Ermitage, Michail Pietrovsky, presentando il nuovo catalogo (frutto di tre anni di lavori curati da Sergey Androsov, edito da Skira) sulle 320 sculture italiane tra il ‘600 e il ‘700 presenti nelle sale del museo russo.
«Pietro il Grande aveva fatto incetta delle opere di Antonio Canova, sfidando il divieto della Chiesa Ortodossa che considerava blasfema l’arte tridimensionale. E, ancora, è stato Paolo I, figlio di Caterina II, ad aggiudicarsi l’intera collezione dei nobili veneziani Farsetti». Su Venezia, insomma, si sono sempre posati gli occhi dei russi. Un’attrazione fatale che ha ripreso slancio anche negli ultimi anni da parte di businessmen e collezionisti.
All’Università Ca’ Foscari è attivissimo lo Czar, il centro studi di storia dell’arte russa, che ha inanellato una serie di esposizioni (oltre alle polemiche per il premio consegnato al contestatissimo ministro della cultura di Putin). Proprio in questi giorni (fino al 10 novembre) all’ateneo è in programma la rassegna di nuovo cinema russo, «Ruskino», arrivato alla settimana edizione. Sempre quest’anno, nel restaurato Palazzo delle Zattere, ha aperto i battenti con una sfarzosa mostra la V-A-C Foundation del magnate del gas Leonid Mikhelson.
Cosa porterà di nuovo dunque l’Ermitage? Oltre a 12 nuove borse di studio (dopo le 91 già assegnate in questi anni), è stata annunciata la partecipazione a tre eventi espositivi. Si inizia a maggio 2018, al Palazzo Fortuny, dove l’Ermitage collaborerà a una mostra tra antico e contemporaneo dedicata alle «Rovine del futuro», in occasione della Biennale architettura.
A fine 2018 toccherà a Mestre, al Centro Candiani, nelle cui sale arriveranno almeno 40 tele mai uscite da San Pietroburgo, che coprono le produzioni minori della pittura veneziana tra il ‘600 e l’800. «Un appuntamento che conferma l’impegno su Mestre come città che può ospitare eventi culturali di alto livello», sottolinea Gabriella Belli, direttrice dei Musei Civici.
Infine, per primavera 2019, per le celebrazioni dei 250 anni della morte di Canaletto (che ricorreranno l’anno prossimo) si preannuncia a Palazzo Ducale un grande evento espositivo cui i russi contribuiranno con i tre capolavori custoditi nelle loro collezioni: «L’ingresso solenne del conte di Gergy a Palazzo Ducale», «Veduta della chiesa di San Giovanni dei Battuti sull’isola di Murano» e «Veduta dell’isola di San Michele, San Cristoforo e Murano da Fondamenta Nuove».
Tre esposizioni Fra i progetti, l’arrivo dei quadri di Canaletto da San Pietroburgo per i 250 dalla morte Aiuti triennali Da Roma arrivano 300 mila euro, che si sommano ai 150 mila dello sponsor privato