Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Lorenzoni: «Due centri della salute? Per me è ok, con Sergio accordo pieno»
Il professore smentisce diversità di vedute: «Qualcuno si diverte a dividerci»
Più di qualcuno, l’altra mattina al termine della riunione del tavolo tecnico istituzionale a Venezia, l’ha visto piuttosto imbronciato. Ma lui nega, anche se non con troppa convinzione: «Ero semplicemente ancora concentrato sulla chiacchierata, direi proficua, che abbiamo avuto con il presidente della Regione Luca Zaia che, con un certo stupore da parte mia, ha davvero mostrato un atteggiamento pragmatico e costruttivo». Il professor Arturo Lorenzoni, docente di Economia Applicata all’Università, vicesindaco di Padova con delega all’Urbanistica e alla Mobilità, rappresenta la compagine più a sinistra della variopinta alleanza che, quattro mesi e mezzo fa, ha consentito all’imprenditore Sergio Giordani (sostenuto in primis dal Pd) di sedersi sulla poltrona più alta del Comune. Alcuni, probabilmente gli stessi che l’altro giorno l’hanno notato non proprio sereno, continuano a dipingerlo come una sorta di spina nel fianco nei confronti del sindaco. Come se quest’ultimo, anzitutto in merito al nuovo ospedale ma pure su altri temi, fosse addirittura prigioniero delle convinzioni inscalfibili del suo vice. Il quale, non troppo per inciso, controlla praticamente metà della maggioranza di Palazzo Moroni. «Chi si diverte a mettere in giro queste fantasie – scandisce Lorenzoni – non conosce me e non conosce Sergio. Tra noi non esiste alcuna diversità di vedute, tantomeno sulla questione dell’ospedale. Anzi, andiamo ripetendo le stesse cose sin dalla scorsa campagna elettorale, quando ancora non ci eravamo apparentati in vista del ballottaggio. Infatti – sottolinea il leader di Coalizione Civica, il movimento arancione che si è rivelato decisivo per far vincere Giordani – siamo entrambi convinti che l’ospedale possa essere rifatto in via Giustiniani. Lo studio di prefattibilità dell’architetto Maurizio Striolo, depositato in Regione, lo dimostra in maniera molto chiara». Ecco, il punto è proprio questo. C’è chi dice che, mentre Lorenzoni (e chi l’ha appoggiato in occasione del voto di giugno) non arretra di un millimetro rispetto alla soluzione del nuovo su vecchio, Giordani sia propenso a valutare anche le altre ipotesi. «Sono costretto a ripetermi – ribatte il professore – Tra me e Sergio non c’è alcuna divisione. E nessuno di noi ha intenzione di mettersi di traverso e di rinunciare al dialogo con gli altri protagonisti del tavolo. Detto questo, entrambi riteniamo che discutere di nuovo ospedale significhi prima di tutto riorganizzare sul territorio il sistema medico sanitario, decidendo quali luoghi destinare alla cura, quali alla didattica e quali alla ricerca». E in questo senso, secondo Lorenzoni, «quella di prevedere due poli della salute, uno in via Giustiniani e l’altro in un’altra area, mi sembra una soluzione ragionevole». Ecco spiegato perché, a Palazzo Moroni, si augurano che sia proprio questa la soluzione condivisa che verrà assunta il 27 novembre prossimo.
L’apertura Sono sempre per il nuovo su vecchio, ma non ci metteremo di traverso e non rinunceremo al dialogo