Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Picchiato per una mancata precedenza Oltre tre anni di pena ai due fratelli
Centomila euro al passante che ha rischiato di perdere la vista
Avevano picchiato a sangue un passante, colpevole di aver protestato quando i due, a bordo di un’auto che usciva dai portici di via Savonarola, ha rischiato di investirlo. E ora due fratelli, Carlo e Pietro Cudone, sono stati condannati a un anno e otto mesi per lesioni gravi. Tutto era successo il 23 febbraio del 2015: un impiegato di Legnaro, allora ventisettenne, stava passeggiando sotto i postici di via Savonarola, in pieno centro a Padova. All’improvviso si è trovato davanti un’automobile che usciva da un garage. Ha fatto un salto indietro e ha protestato con veemenza contro i due fratelli. Non si aspettava una reazione del genere. Scesi dall’auto i due, si sono scagliati contro di lui. Carlo, 56 anni, lo ha afferrato al collo tenendolo fermo, mentre il fratello Pietro, di due anni più anziano, l’ha colpito al volto. Poi l’hanno lasciato a terra, esanime e sanguinante. E così l’ha trovato una passante che ha dato l’allarme.
Portato in ospedale, la vittima del pestaggio è stata medicata. A preoccupare i medici, però, era una lesione al nervo ottico. Un pugno più forte degli altri, infatti, ha rischiato di far perdere la vista al giovane.
Nel corso del processo, la posizione dei due fratelli si era ulteriormente aggravata. Avevano infatti portato come testimone della difesa una loro amica quarantenne che aveva raccontato come quel pomeriggio lei fosse stata presente alla discussione. Una dichiarazione che poi si è rivelata essere una bugia: grazie all’analisi dei tabulati telefonici richiesta dal pm Sergio Dini, infatti, si è scoperto che la donna non solo non era presente, ma era anche a Milano. La donna, così, era stata convinta a ritrattare la sua posizione dal nuovo avvocato dei due fratelli, Paola Porzio, che, nel frattempo, aveva assunto l’incarico della difesa.
Oltre alla condanna a un anno e otto mesi, il giudice Pietro Marassi ha stabilito anche un risarcimento di 50mila euro nei confronti della vittima che si aggiunge ad altri 50mila euro già versati dai due.