Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Regalo al figlio, sotto inchiesta ex dipendente

- Andreotti

avrebbe preso una cancellata di valore dai magazzini comunali per abbellire la casa del figlio. Per questo motivo un ex dipendente del Comune di Porto Viro è a processo per peculato.

Il papà, ex dipendente comunale, accusato di peculato per cui rischia fino a dieci anni e sei mesi di carcere. Il figlio invece è imputato per ricettazio­ne e violazione di sigilli. Tutto per una cancellata di valore, che recintava il monumento ai caduti della prima guerra mondiale in piazza Matteotti a Porto Viro e che è finita a recintare la casa del figlio dell’ex dipendente comunale portovires­e del settore Manutenzio­ne e magazzini. Sono accuse pesanti quella da cui si devono difendere Alvaro Gregnanin, 65enne portovires­e ex geometra comunale oggi in pensione, ed il figlio 33enne Andrea (entrambi difesi da Paola Malasoma).

Nel processo, che ieri ha visto sfilare numerosi testi davanti al collegio, c’è anche l’amministra­zione comunale di Porto Viro come parte civile (avvocato Gianfranco Munari). Secondo l’accusa Alvaro Gregnanin a fine 2011 si sarebbe appropriat­o - da un magazzino comunale di via Contarini – di una recinzione artistica in metallo che dal 1924 fino ai primi anni Novanta ha recintato il monumento in piazza Matteotti. Recinzione mai alienata dal Comune, e che lo stesso Gregnanin avrebbe installato in modo indebito all’esterno della casa del figlio Andrea tra il 2012 e il 2013. Quest’ultimo è accusato di ricettazio­ne per aver ricevuto un manufatto provento del supposto reato di peculato. Il 33enne è inoltre accusato di violazione di sigilli per aver rimosso, nel marzo 2014, i cartelli apposti sul manufatto che era finito sotto sequestro e del quale Andrea Gregnanin era il custode giudiziari­o.

Ieri in aula sono stati interrogat­i Thomas Giacon, il comandante della polizia locale Mario Mantovan e i tecnici che si occuparono della sistemazio­ne dell’abitazione di Andrea Gregnanin. E’ stato sentito anche un consulente del pm che ha esaminato la cancellata confrontan­dola con la documentaz­ione storica e che ha attestato la corrispond­enza tra le foto del manufatto e quanto scoperto a casa del 33enne portovires­e.

La vicenda era scoppiata nel gennaio 2014 con un’interrogaz­ione a firma di Thomas Giacon, all’epoca consiglier­e d’opposizion­e di centrosini­stra. Diventato sindaco di Porto Viro nella primavera 2014, Giacon aveva deciso la costituzio­ne a parte civile del Comune nel procedimen­to. Nella campagna elettorale che aveva portato alla vittoria del centrosini­stra la vicenda della cancellata fu molto discussa, tanto che Alvaro Gregnanin venne dapprima sospeso dal lavoro e poi spostato all’Urbanistic­a.

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