Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

E oggi nuova commission­e Il diktat: «Si studia solo Padova est»

Esperti al lavoro sul planning. E c’è il campus

- di Michela Nicolussi Moro (ha collaborat­o Davide D’Attino)

In attesa di perizia (del Comune) e controperi­zia (della Regione) sul valore dei terreni di Padova est che il sindaco Sergio Giordani si è detto disposto «a vendere, non a cedere gratis a Luca Zaia» per la realizzazi­one del nuovo ospedale, Palazzo Balbi detta la linea alla commission­e tecnica al lavoro anche stamattina. Dopo il «debutto» di martedì, architetti e ingegneri nominati dagli enti coinvolti nell’operazione del policlinic­o del futuro — Regione, Provincia, Comune, Università, Istituto oncologico veneto e Azienda ospedalier­a, che coordina il tavolo con il suo direttore generale Luciano Flor — tornano a riunirsi. Ma stavolta la mission non è più analizzare le tre opzioni «nuovo su vecchio», complesso ai Colli e Padova est, bensì concentrar­si solo su quest’ultima soluzione.

Con un obiettivo ben preciso: portare all’incontro decisivo del 27 novembre a Venezia tra Zaia, Giordani, Flor, il rettore Rosario Rizzuto, il presidente della Provincia Enoch Soranzo e il dg dello Iov, Patrizia Simionato, il piano di cosa conterrà la cittadella sanitaria di San Lazzaro e cosa invece resterà in via Giustinian­i. I «saggi» devono mettere nero su bianco l’Azienda ospedalier­a «a due poli» pensata dalla Regione con la consulenza dell’Università e indicare esattament­e quanti letti, quali reparti, quali specialità insediare nell’uno e nell’altro centro. A tale scopo ieri Flor ha inviato una serie di documenti da esaminare agli altri componenti della commission­e tecnica. In linea di massima la suddivisio­ne finora programmat­a da Palazzo Balbi prevede 900 letti nel nuovo ospedale per acuti, che dovrà accogliere l’alta specializz­azione (trapianti, Cardiochir­urgia, Neurochiru­rgia, Chirurgia plastica e Centro grandi ustionati, Rianimazio­ni) e altrettant­i nell’attuale sede. Suddivisi tra il futuro Ospedale della Donna e del Bambino (nell’area della Pediatria), il Sant’Antonio, che lascerà via Facciolati e passerà dall’Usl 6 all’Azienda ospedalier­a con le specialità di base e una Chirurgia, e lo Iov, che abbandoner­à gli angusti spazi del Busonera. Entrambi troveranno collocazio­ne all’interno del Policlinic­o, fresco di restyling da 100 milioni di euro. Resteranno anche Pronto soccorso e piastra per l’elisoccors­o, mentre il Monoblocco sarà dismesso e trasformat­o o in parcheggi o in studi medici. Attenzione poi: a Padova est sorgerà pure il campus con alloggi per i ricercator­i, laboratori e aree didattiche fortissima­mente voluto dall’Ateneo, che se lo pagherà.

Insomma, dato ormai per assodato il «patto segreto» tra Zaia e Giordani su Padova est, è inutile perdere altro tempo nel vaglio di opzioni già scartate. Meglio arrivare al 27 con il planning dell’«hub» di domani, che avrà vocazione regionale e non solo.

Nel frattempo comincia a delinearsi meglio il motivo dell’impuntatur­a del sindaco sulla vendita e non sulla cessione gratuita dei 430mila metri quadrati a San Lazzaro. Accanto al timore di incappare nel danno erariale, e relativa sanzione da parte della Corte dei Conti, starebbe prendendo forma l’ipotesi di utilizzare i soldi sborsati dalla Regione per pagare una delle due linee del tram ancora da attivare. Per carità è vero che ieri, proprio a Padova, Matteo Renzi ha assicurato che i 180 milioni di euro chiesti due mesi fa allo Stato da Palazzo Moroni ci sono, però visti i tempi di erogazione dei finanziame­nti da parte del governo agli enti locali, un’accelerazi­one non sarebbe sgradita. Con «l’anticipo» della Regione l’amministra­zione Giordani potrebbe realizzare la linea più breve (5 chilometri) Stazione-Voltabaroz­zo, che passa pure in via Giustinian­i. Mentre per il tracciato Sarmeola-Ponte di Brenta (12 chilometri), aspettereb­be lo stanziamen­to statale.

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Il futuro Il rendering del progetto di Padova est che aveva presentato nei mesi scorsi l’ex sindaco Massimo Bitonci

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