Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
E oggi nuova commissione Il diktat: «Si studia solo Padova est»
Esperti al lavoro sul planning. E c’è il campus
In attesa di perizia (del Comune) e controperizia (della Regione) sul valore dei terreni di Padova est che il sindaco Sergio Giordani si è detto disposto «a vendere, non a cedere gratis a Luca Zaia» per la realizzazione del nuovo ospedale, Palazzo Balbi detta la linea alla commissione tecnica al lavoro anche stamattina. Dopo il «debutto» di martedì, architetti e ingegneri nominati dagli enti coinvolti nell’operazione del policlinico del futuro — Regione, Provincia, Comune, Università, Istituto oncologico veneto e Azienda ospedaliera, che coordina il tavolo con il suo direttore generale Luciano Flor — tornano a riunirsi. Ma stavolta la mission non è più analizzare le tre opzioni «nuovo su vecchio», complesso ai Colli e Padova est, bensì concentrarsi solo su quest’ultima soluzione.
Con un obiettivo ben preciso: portare all’incontro decisivo del 27 novembre a Venezia tra Zaia, Giordani, Flor, il rettore Rosario Rizzuto, il presidente della Provincia Enoch Soranzo e il dg dello Iov, Patrizia Simionato, il piano di cosa conterrà la cittadella sanitaria di San Lazzaro e cosa invece resterà in via Giustiniani. I «saggi» devono mettere nero su bianco l’Azienda ospedaliera «a due poli» pensata dalla Regione con la consulenza dell’Università e indicare esattamente quanti letti, quali reparti, quali specialità insediare nell’uno e nell’altro centro. A tale scopo ieri Flor ha inviato una serie di documenti da esaminare agli altri componenti della commissione tecnica. In linea di massima la suddivisione finora programmata da Palazzo Balbi prevede 900 letti nel nuovo ospedale per acuti, che dovrà accogliere l’alta specializzazione (trapianti, Cardiochirurgia, Neurochirurgia, Chirurgia plastica e Centro grandi ustionati, Rianimazioni) e altrettanti nell’attuale sede. Suddivisi tra il futuro Ospedale della Donna e del Bambino (nell’area della Pediatria), il Sant’Antonio, che lascerà via Facciolati e passerà dall’Usl 6 all’Azienda ospedaliera con le specialità di base e una Chirurgia, e lo Iov, che abbandonerà gli angusti spazi del Busonera. Entrambi troveranno collocazione all’interno del Policlinico, fresco di restyling da 100 milioni di euro. Resteranno anche Pronto soccorso e piastra per l’elisoccorso, mentre il Monoblocco sarà dismesso e trasformato o in parcheggi o in studi medici. Attenzione poi: a Padova est sorgerà pure il campus con alloggi per i ricercatori, laboratori e aree didattiche fortissimamente voluto dall’Ateneo, che se lo pagherà.
Insomma, dato ormai per assodato il «patto segreto» tra Zaia e Giordani su Padova est, è inutile perdere altro tempo nel vaglio di opzioni già scartate. Meglio arrivare al 27 con il planning dell’«hub» di domani, che avrà vocazione regionale e non solo.
Nel frattempo comincia a delinearsi meglio il motivo dell’impuntatura del sindaco sulla vendita e non sulla cessione gratuita dei 430mila metri quadrati a San Lazzaro. Accanto al timore di incappare nel danno erariale, e relativa sanzione da parte della Corte dei Conti, starebbe prendendo forma l’ipotesi di utilizzare i soldi sborsati dalla Regione per pagare una delle due linee del tram ancora da attivare. Per carità è vero che ieri, proprio a Padova, Matteo Renzi ha assicurato che i 180 milioni di euro chiesti due mesi fa allo Stato da Palazzo Moroni ci sono, però visti i tempi di erogazione dei finanziamenti da parte del governo agli enti locali, un’accelerazione non sarebbe sgradita. Con «l’anticipo» della Regione l’amministrazione Giordani potrebbe realizzare la linea più breve (5 chilometri) Stazione-Voltabarozzo, che passa pure in via Giustiniani. Mentre per il tracciato Sarmeola-Ponte di Brenta (12 chilometri), aspetterebbe lo stanziamento statale.