Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Al Bo un distaccamento di Oxford «Progetti e dottorati in comune»
Delegazione ieri da Rizzuto: «Li aiuteremo a studiare migliaia di codici» L’Ateneo inglese ospiterà un ufficio di rappresentanza di quello padovano
Così tanti tutti insieme fuori dai confini nazionali non se n’erano mai visti, né a Padova né altrove. C’è voluta la tenacia del prorettore alle relazioni internazionali Alessandro Paccagnella e del suo staff, a partire dalle due advisor per l’Europa Maria Cristina La Rocca e Alessandra Petrina, per portare al Bo la più grande delegazione inviata all’estero dall’Università di Oxford. L’incontro «Padova meets Oxford» è iniziato ieri con sette tavoli di lavoro in Archivio antico e si concluderà oggi pomeriggio in aula magna con la consegna della laurea honoris causa in Scienze storiche a Chris Wickham, professore oxfordiano di Storia medievale, che esporrà una lectio magistralis sull’economia del Mediterraneo nell’XI secolo, davanti a una ventina di colleghi, rigorosamente in toga. L’intento è di potenziare i rapporti tra le due Università e il primo risultato c’è già: il rettore Rosario Rizzuto ha annunciato che aprirà un ufficio di rappresentanza a Oxford e ospiterà un analogo distaccamento dell’Ateneo inglese.
Dopo il primo ufficio all’estero, inaugurato giusto un anno fa in Cina, all’Università di Guangzhou, l’Ateneo raddoppia nel Regno Unito e approda in una delle Università più prestigiose e antiche al mondo. Con tutto ciò che ne consegue in termini di collaborazione e visibilità. Il confronto bilaterale porrà le basi per nuovi accordi in materia di didattica, ricerca e mobilità studentesca. «I tavoli di lavoro riguardano tutti i campi del sapere, dalla medicina alla fisica, dalla matematica alla storia — spiega il professor Paccagnella —. Stiamo valutando il lancio di progetti riservati agli studenti dei due Atenei come winter school, summer school e cotutele di dottorato. I colleghi inglesi inoltre ci hanno chiesto aiuto per studiare 14mila codici custoditi ad Oxford. E puntiamo a rafforzare il collegamento delle nostre reti museali». L’iniziativa conferma l’interesse del Bo per l’internazionalizzazione, già manifestato negli ultimi anni con l’attivazione di diversi corsi in lingua inglese e di altri accordi con Università straniere.
Primo in Italia per la qualità della ricerca, il Bo continua a zoppicare nei ranking internazionali, dove Oxford resta invece saldamente ai vertici: Rizzuto vuole invertire la rotta per attirare sempre più studenti stranieri, anche in vista dei festeggiamenti per gli 800 anni, nel 2022. E la partnership con Oxford, che negli ultimi decenni ha sfornato buona parte della classe dirigente mondiale, va in questa direzione. La rete diplomatica del Bo non si è fatta intimorire dalla Brexit e ha concordato il prestigioso summit padovano dopo una serie di visite oltremanica. «L’accoglienza dei colleghi inglesi è stata molto amichevole — racconta Paccagnella —. A Oxford si respira un grande rispetto per la storia della loro Università e anche grande ammirazione per l’Italia, di cui Padova rappresenta un esempio di concretezza».
Ieri intanto grande successo in Fiera per la settimana edizione di «Università aperta», incontro riservato ai laureati a Padova in Ingegneria, Economia e Scienze, che ha raggiunto il record di 115 aziende a caccia di talenti. Però davanti alla Fiera è andato in scena il sit-in del collettivo universitario RedAnt, che ha protestato contro la presenza di aziende che sarebbero coinvolte nella produzione bellica e nello sfruttamento dei lavoratori.
Il sit-in Protesta del collettivo studentesco davanti alla Fiera, contro «Università aperta»