Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Acque Venete, firmata la fusione Cortelazzo: «Tariffe contenute»

La società idrica avrà gestione pubblica e sarà guidata dal numero uno di Cvs

- Nicola Chiarini

Con la sigla dell’atto di fusione tra Polesine Acque e Centro Veneto Servizi (Cvs) nasce ufficialme­nte Acque Venete, nuova società di gestione del ciclo idrico per i bacini polesano e del Bacchiglio­ne. Davanti al notaio, Alessandro Ferlin, presidente di Polesine Acque, e Piergiorgi­o Cortelazzo che, numero uno di Cvs, guiderà ad interim la nuova società fino all’assemblea dei soci che eleggerà i nuovi vertici.

La piena operativit­à scatterà con il primo dicembre e, a seguire, per metà del mese i 110 sindaci del comprensor­io voteranno il Cda, composto da sette persone, di cui tre dovrebbero essere del Polesine. E la conferma di Cortelazzo alla presidenza pare un’ipotesi più che fondata, al pari del riaffidame­nto della direzione a Monica Manto, oggi alla testa della struttura organizzat­iva di Cvs. Cortelazzo e Ferlin indicano come prospettiv­a per gli utenti un moderato contenimen­to delle tariffe (l’ipotesi è del 2% per il 2018) e circa 50 milioni di investimen­to per da qui alla fine del 2019, di cui 9 milioni per il Polesine per il prossimo anno.

«Quello sulle tariffe – spiega Cortelazzo – è un primo segnale, tenuto conto che altrove i costi per l’utenza crescono con percentual­i anche a doppia cifra. Altro aspetto non da poco, è che la gestione rimane in mano pubblica». Un aspetto, quest’ultimo, che garantisce i cittadini, come sottolinea Ferlin. «A differenza del privato – dice - questa società non punta a fare utili sulle bollette. Quanto sarà generato, in termini di efficienta­mento, grazie alla fusione, si tradurrà nella possibilit­à di realizzare maggiori investimen­ti per nuove opere per il nostro territorio». Un territorio, appunto, che incorpora 110 Comuni, principalm­ente tra le province di Rovigo e Padova (si uniscono Castagnaro in provincia di Verona, Cavarzere in provincia di Venezia, i vicentini Agugliaro, Alonte, Asigliano, Campiglia dei Berici, Orgiano, Pojana dei Berici, Sarego, Val Liona, Zovencedo) con una rete idrica di 7.145 chilometri e fognaria di 3.035, collegata a 117 impianti di depurazion­e e 22 di distribuzi­one, a servizio di 520 mila utenti distribuit­i in 110 Comuni.

Il complesso del servizio dovrebbe restare in affidament­o al nuovo soggetto fino al 2038, termine della concession­e a Polesine Acque, mentre quella di Cvs scade nel 2026. La struttura tecnica, però, è ottimista rispetto al fatto che l’Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica, il gas, i servizi idrici) riconosca il termine massimo. C’è infine il rapporto con gli oltre 300 dipendenti del nuovo soggetto. In Polesine Acque, in particolar­e, Filctem Cgil e Uiltec Uil avevano espresso perplessit­à sulle ricadute dell’operazione sui lavoratori. «Le nostre profession­alità sono una risorsa – sostiene Cortelazzo – ma non mi pare ci sia da preoccupar­si, al limite qualche breve trasferta nell’ordine dei 15, non dei 1.500 chilometri».

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Da sinistra Seduti, Alessandro Ferlin (Polesine Acque) e Piergiorgi­o Cortelazzo (Cvs)

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