Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Acque Venete, firmata la fusione Cortelazzo: «Tariffe contenute»
La società idrica avrà gestione pubblica e sarà guidata dal numero uno di Cvs
Con la sigla dell’atto di fusione tra Polesine Acque e Centro Veneto Servizi (Cvs) nasce ufficialmente Acque Venete, nuova società di gestione del ciclo idrico per i bacini polesano e del Bacchiglione. Davanti al notaio, Alessandro Ferlin, presidente di Polesine Acque, e Piergiorgio Cortelazzo che, numero uno di Cvs, guiderà ad interim la nuova società fino all’assemblea dei soci che eleggerà i nuovi vertici.
La piena operatività scatterà con il primo dicembre e, a seguire, per metà del mese i 110 sindaci del comprensorio voteranno il Cda, composto da sette persone, di cui tre dovrebbero essere del Polesine. E la conferma di Cortelazzo alla presidenza pare un’ipotesi più che fondata, al pari del riaffidamento della direzione a Monica Manto, oggi alla testa della struttura organizzativa di Cvs. Cortelazzo e Ferlin indicano come prospettiva per gli utenti un moderato contenimento delle tariffe (l’ipotesi è del 2% per il 2018) e circa 50 milioni di investimento per da qui alla fine del 2019, di cui 9 milioni per il Polesine per il prossimo anno.
«Quello sulle tariffe – spiega Cortelazzo – è un primo segnale, tenuto conto che altrove i costi per l’utenza crescono con percentuali anche a doppia cifra. Altro aspetto non da poco, è che la gestione rimane in mano pubblica». Un aspetto, quest’ultimo, che garantisce i cittadini, come sottolinea Ferlin. «A differenza del privato – dice - questa società non punta a fare utili sulle bollette. Quanto sarà generato, in termini di efficientamento, grazie alla fusione, si tradurrà nella possibilità di realizzare maggiori investimenti per nuove opere per il nostro territorio». Un territorio, appunto, che incorpora 110 Comuni, principalmente tra le province di Rovigo e Padova (si uniscono Castagnaro in provincia di Verona, Cavarzere in provincia di Venezia, i vicentini Agugliaro, Alonte, Asigliano, Campiglia dei Berici, Orgiano, Pojana dei Berici, Sarego, Val Liona, Zovencedo) con una rete idrica di 7.145 chilometri e fognaria di 3.035, collegata a 117 impianti di depurazione e 22 di distribuzione, a servizio di 520 mila utenti distribuiti in 110 Comuni.
Il complesso del servizio dovrebbe restare in affidamento al nuovo soggetto fino al 2038, termine della concessione a Polesine Acque, mentre quella di Cvs scade nel 2026. La struttura tecnica, però, è ottimista rispetto al fatto che l’Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica, il gas, i servizi idrici) riconosca il termine massimo. C’è infine il rapporto con gli oltre 300 dipendenti del nuovo soggetto. In Polesine Acque, in particolare, Filctem Cgil e Uiltec Uil avevano espresso perplessità sulle ricadute dell’operazione sui lavoratori. «Le nostre professionalità sono una risorsa – sostiene Cortelazzo – ma non mi pare ci sia da preoccuparsi, al limite qualche breve trasferta nell’ordine dei 15, non dei 1.500 chilometri».