Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Galan cercò di attaccarmi ed è scappato abbracciato al termosifone»
Più che uno spettacolo, una vera lectio magistralis su Michelangelo, spaziando dalla «Pietà», dal «Davide» e dagli affreschi della Cappella Sistina a riferimenti a Magritte, Courbet, Picasso, Moore, Marini, Giacometti, Bellini, per significare la «forza che le opere di questo stupefacente scultore, pittore, architetto e poeta già grande a 24 anni, hanno di aprirsi verso la modernità». Ha iniziato così, venerdì sera, la sua nuova creazione teatrale, Vittorio Sgarbi: affascinando il pubblico che ha esaurito il Gran Teatro Geox. Ma sul parallelismo tra la «Pietà» di Michelangelo e la «Pietà Martinengo» di Giovanni Bellini l’altra metà di Sgarbi, quella più televisiva («eh, sono bipolare, lo so»), è esplosa. «Vedete dietro la vergine c’è il castello del Catajo, dove quell’asino del sindaco di Due Carrare, anzi di una Carrara sola, vuole fare il centro commerciale», ha gridato alla sua maniera. La conseguente valangata di applausi l’ha incitato a riversare su Davide Moro, appunto il primo cittadino del Comune che dovrebbe ospitare «questa immonda schifezza di 22mila metri quadri», una lunga serie di improperi, la maggior parte dei quali con la «c» come iniziale. «Ma cosa vuole fare ‘sto sindaco se lo Stato ha già detto di no? — ha insistito il critico d’arte — E mi ha pure querelato. Forse non sa che sopra di me c’è un Dio come Giove, ha i fulmini in mano e li lancia contro chi tenta di farmi fuori. E ce n’è una lunga lista: mi hanno fatto fuori da assessore, ministro, sovrintendente, sindaco e i responsabili sono tutti indagati o spariti. Prendi la Moratti: sparita (l’ex sindaco di Milano nel 2008 l’aveva licenziato da assessore alla Cultura, ndr)». Poi il clou? «E Galan? Per un mio momento di distrazione è diventato ministro alla Cultura ma poi mi è venuto contro (aveva bocciato la sua candidatura alla Soprintendenza di Venezia e di conseguenza alla cura del Padiglione Italia della Biennale, ndr). Che fine ha fatto? Sparito anche lui. Se ne è dovuto andare da Villa Rodella, a Cinto Euganeo, e si è pure portato via un termosifone. Pensate, un ministro che se ne va di casa abbracciato a un termosifone». Un boato.