Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Citta, è un blitz per sognare

Terza vittoria consecutiv­a per i granata che castigano il Foggia allo Zaccheria, la classifica sorride: Schenetti, poi Litteri e Kouamè. Venturato: «Sempre umili e guardiamo avanti»

- Dimitri Canello

No, adesso non è proprio il caso di porsi limiti, perché di questo passo il Cittadella potrebbe realizzare un’impresa storica.

Dopo i playoff conquistat­i l’anno scorso, nell’attuale stagione sono arrivate vittorie a cinque stelle a Empoli, contro il Venezia al Tombolato, a Pescara e a Palermo, in Coppa Italia sono state eliminate due squadre di serie A come Bologna e Spal e tra qualche giorno ci si giocherà una vetrina bellissima e gratifican­te a Roma contro la Lazio. Sensazioni e brividi positivi, soprattutt­o se si pensa che anche ieri allo Zaccheria i granata strappano con forza, autorevole­zza e sofferenza la quarta vittoria consecutiv­a. Un 3-1 che non fa una grinza, nonostante un Foggia arrembante e propositiv­o fino all’ultimo, che sbatte contro i legni, segna su rigore ma non riesce a portare a casa neppure un punto. Il Cittadella gioca con tutte le armi a propria disposizio­ne, sfrutta un attacco che segna e fa segnare, replica i successi delle ultime partite e blinda tre punti che lo lanciano in orbita. Osservando con attenzione la classifica, la vetta è davvero vicina e la qualità complessiv­a della rosa in un campionato dove nessuna avversaria sembra una corazzata schiaccias­assi promette davvero bene.

«Veniamo da un momento davvero importante — sorride a fine partita Roberto Venturato, facendo il giro delle tv e in sala stampa — e ci siamo confermati anche qui. Avremmo dovuto chiudere la partita prima di quanto non abbiamo fatto, il Foggia ha buoni valori e ci ha fatto soffrire, eravamo un po’ stanchi alla terza partita in una settimana. Abbiamo reagito bene, cercando di accorciare e con la motivazion­e assoluta di portare a casa il risultato, per rimanere nella parte sinistra della classifica bisogna saper soffrire. Litteri? È partito un po’ a rilento, ma ha qualità fisiche e tecniche che possono essere fondamenta­li per noi, abbiamo bisogno di lui. Noi siamo una realtà in cui c’è meno pressione rispetto a piazze come Foggia, ma per tutti i risultati contano. C’è stato un momento in cui abbiamo fatto male, con il Parma in casa, dobbiamo avere capacità e umiltà di guardare avanti senza pause».

Il Foggia preme, incalza, sfiora più volte il gol, ma le assenze sono pesanti e dietro la fragilità difensiva pregiudica anche le migliori intenzioni. Logico che in un quadro simile il Citta vada a nozze, pure con un pizzico di fortuna quando il tiro deviato di Schenetti passa sotto le gambe dell’ottimo Tarolli, che non può nulla. Poi c’è il rigore concesso per fallo di mano di Benedetti e trasformat­o da Agnelli, ma il Cittadella reagisce come una belva ferita. Prima sfiora subito il 2-1 con Chiaretti, poi neppure sessanta secondi Litteri timbra e riporta avanti i suoi. Nella ripresa il calo fisico della squadra è evidente e del tutto normale dopo tre partite in una settimana, il resto lo fanno Alfonso e i pali fino al punto esclamativ­o messo da Kouamé, che si conferma maturo per il grande salto e chiude i conti sul 3-1. Sulla panchina granata abbracci e braccia al cielo. Sognare si può.

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