Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Riello, Ettore cede l’ultimo 30%
Lo storico gruppo delle caldaie tutto agli americani: «È la scelta giusta»
Frizzante e senza filtri come sempre, Ettore Riello la prende così: «Passo per un personaggio duro e crudo, ma sono anche un sentimentale. Non escludo che mi scappi una lacrima». Oggi è il giorno dell’addio, dello strappo finale: andrà a Legnago, in fabbrica, a salutare le maestranze. È l’ultimo passaggio, dopo la vendita di quel poco meno del 30% che gli era rimasto del gruppo delle caldaie. Il 24 ottobre scorso - ma lo si apprende solo adesso - si è completata l’operazione («la cifra? Non la dico neanche sotto tortura») che ha consentito alla multinazionale americana Utc di conquistare l’intero capitale dell’azienda. Da quel giorno ha smesso di essere il presidente. Due anni esatti fa, alla vigilia del Natale 2015, era avvenuto il passaggio di mano sul 70%. Ma se già allora si decisero le sorti industriali del marchio e i poteri decisionali, adesso è il momento dell’uscita definitiva. Avviene qualcosa di forte sul piano simbolico: non ci sarà più un Riello, né dal punto di vista del capitale né tantomeno dei ruoli, dentro il gruppo che ha fatto la storia industriale veronese (e italiana). Come se Luciano Benetton non detenesse più un’azione dell’impero trevigiano dell’abbigliamento.
«È stata una scelta dolorosa e in questi anni ho fatto di tutto per evitarla - commenta ora Riello -. Diciamo che devo ringraziare le banche». Poi la spiegazione: «I problemi del gruppo Riello sono stati di natura finanziaria. Dal punto di vista industriale abbiamo vissuto certamente alti e bassi, ma mai tali da far precipitare le cose. Sono stati gli istituti di credito che ci hanno costretto a lasciare, praticando tassi altissimi nei confronti del sottoscritto. Se neanche la banca locale crede in te, finisce che non hai scelta (si riferisce al Banco Popolare, oggi Banco Bpm, ndr)».
Magari avranno fatto il loro dovere, di fronte alla montagna di sofferenze che cresceva. «Di sicuro a me favori nessuno ne ha fatti - è la replica - . A Verona, per questo, forse è necessario mangiare tante particole. Ma io, che pure sono cattolico, di ostie ne ho sempre mangiate poche». E le scelte industriali sono sempre state corrette? «Abbiamo fatto, come gruppo Riello, una scommessa sulle rinnovabili. E invece i bruciatori, le caldaie tengono. E cedere agli americani è stata la cosa giusta: l’azienda si è potuta garantire un futuro». Ora si parla di una candidatura a sindaco di Vicenza. La smentita è totale: «Assolutamente no. Mi ci vede a tagliar nastri nelle scuole?».