Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Amore finito, il dentista la licenzia ma i giudici la fanno riassumere
In studio tensioni continue. La sentenza: «Non è motivo valido»
Il motivo Il dentista ha detto di voler riorganizz are lo studio L’errore Doveva licenziare facendo leva sui problemi di lavoro
Finché stavano insieme tutto andava per il meglio, salvo qualche litigio con conseguenti musi lunghi, come avviene in tutte le coppie del mondo. Ma quando all’inizio del 2016 è finito l’amore tra un dentista mestrino e la sua assistente alla poltrona, nello studio è scoppiato il putiferio: lei avrebbe iniziato a insultarlo anche di fronte ai clienti e non fare quello che le veniva detto, con comportamenti del tutto irrispettosi. A quel punto il professionista, dopo mesi di caos, aveva deciso di licenziarla per «giustificato motivo oggettivo», adducendo una riorganizzazione dello studio, ma facendo anche un veloce riferimento al fatto che la situazione era diventata tesa.
Il problema è che però quel provvedimento è stato ritenuto illegittimo da due giudici del lavoro di Venezia – il primo in sede cautelare, il secondo con una sentenza pubblicata nei giorni scorsi – e ora la donna dovrà essere reintegrata sul posto di lavoro. L’ultima decisione è stata presa dal giudice Paola Ferretti e le motivazioni sono chiare: «L’unico impulso a base del licenziamento è da ricondurre ad un motivo che non può trovare avvallo nel nostro ordinamento - scrive il magistrato non potendo ammettersi che il datore di lavoro licenzi il proprio dipendente esclusivamente in ragione del venire meno della relazione sentimentale con lo stesso». La fine del rapporto amoroso, continua il giudice, «non poteva né doveva avere alcuna ricaduta sul rapporto di lavoro».
Tra l’altro il dentista, che dall’analisi degli sms entrati nella causa di lavoro l’amava ancora in maniera appassionata, l’aveva cacciata con una tempistica piuttosto sintomatica. Non subito, a gennaio, quando lei aveva deciso di troncare la relazione – classico stereotipo di amore sbocciato sul luogo di lavoro – di fronte alle sue incertezze sull’ipotesi di andare a vivere assieme; ma più tardi, il 13 aprile 2016, quando si era avvicinata ad un altro medico, che a sua volta venne allontanato.
A un certo punto il giudice sembra dire che se il datore di lavoro avesse percorso un’altra strada, quella del licenziamento disciplinare per le presunte «intemperanze», forse la causa avrebbe avuto un esito diverso, anche se avrebbe dovuto essere preceduta da una contestazione e magari da una sospensione cautelare. Anche se poi le stesse colleghe di lavoro avevano testimoniato che tra i due amanti i rapporti erano sempre stati «litigarelli», tra alti, bassi e pause di riflessione. Ora sarà da vedere se la donna deciderà di ritornare in studio al fianco del dentista.