Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Smog alle stelle, gli ambientalisti: «Stop ai fuochi d’artificio in Prato»
L’assessore Gallani: «Giusto limitare le combustioni, ma non fermeremo lo show»
Che la Pianura Padana sia una grande vasca tossica che raccoglie anno dopo anno polveri sottili, diossine e altri residui inquinanti è un fatto ormai acclarato, come pure è un fatto che le politiche delle singole città non sono in grado di determinare il miglioramento delle condizioni generali. Ma c’è chi non si arrende e continua a lottare, non solo e non tanto contro gas di scarico, caldaie ed emissioni industriali, ma pure contro i fuochi artificiali colpevoli di sottoporre chi sta con il naso in sù a un pesante aerosol tossico che dura per tutto il tempo dello spettacolo. Per questo l’associazione Meta (movimento etico per la tutela degli animali e dell’ambiente) ha scritto una lettera al Comune di Padova affinché riveda la propria decisione di fare anche quest’anno lo spettacolo pirotecnico di Prato della Valle. Una denuncia che poteva rimanere inascoltata fino a qualche tempo fa ma che oggi, alla luce dei dati allarmanti sull’inquinamento nella Città del Santo, potrebbe accogliere consenso tra gli ambientalisti che sostengono la nuova giunta, tanto che l’assessore Chiara Gallani ricorda che l’accordo tra le Regioni della Pianura Padana inserisce «i fuochi d’artificio tra le combustioni all’aperto da limitare al perdurare delle condizioni favorevoli all’accumulo degli inquinanti, in particolare polveri sottili» e che nel 2018 verrà valutato il da farsi «informando anticipatamente la cittadinanza».
Per quest’anno dunque i fuochi verranno fatti anche se, secondo Lorenzo Guaia, presidente e portavoce di Meta, «il processo di fabbricazione dei fuochi prevede l’utilizzo di centinaia di composti tossici che poi vengono rilasciati nell’ambiente». Per dare forza alla richiesta di annullamento dello spettacolo pirotecnico in Prato, l’associazione ambientalista ha allegato anche uno studio fatto dall’Arpa di Milano, il quale mette in luce gli effetti dannosi delle polveri piriche sulla salute umana. Nello studio milanese si parla chiaramente della presenza di piombo nelle polveri, che si aggiunge al bario, a stronzio, antimonio, alluminio, magnesio, potassio cloro e rame. In presenza dei fuochi poi sono state registrate concentrazioni di Pm10 superiori per oltre tre volte il valore limite di 50 nanogrammi per metro cubo, valore che non dovrebbe essere superato per più di 35 volte l’anno. Vista la situazione dell’aria padovana già compromessa dal traffico e dal riscaldamento delle case, Legambiente non può che essere favorevole a qualsiasi attività che metta un freno all’inquinamento, anche se nel caso specifico è scettica. «Allo stato attuale tutti i fuochi provocano un danno alla salute – spiega il presidente regionale di Legambiente Luigi Lazzaro – ma la priorità va data alle politiche sulle emissioni dei gas di scarico delle auto e delle aziende. Ogni anno in questo periodo scattano le polemiche sui fuochi e sui roghi delle befane. È chiaro che non è un rogo solo a determinare l’aumento dell’inquinamento in un territorio, ma una politica a favore di misure concrete per la riduzione dell’inquinamento va fatta e prendiamo atto che numerose associazioni si stanno muovendo per raggiungere questo risultato»