Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Al futuro governo dico: l’ossessione anti Veneto finisca»

Zaia, la campagna elettorale, l’autonomia

- Zambon

Intervista a tutto campo al governator­e Luca Zaia. A partire dal governo che verrà: «Indipenden­temente dal colore politico, dal prossimo esecutivo mi aspetto che finisca l’ossessione anti veneto». E fra le istantanee del 2017 da mettere nell’albo d’oro, Pedemontan­a, ospedale di Padova, lotta ai Pfas.

VENEZIA Non basta il clima rilassato di fine anno. Non è sufficient­e un bilancio 2017 costellato di «happy end» come la Pedemontan­a e l’Ospedale di Padova per strappare una dichiarazi­one meno che ponderata. Parlando con il governator­e Luca Zaia, pesa più il non detto delle parole calibrate con certosina lucidità. Prendiamo Roma e le voci di un suo futuro lì. «Questa manfrina ha penalizzat­o il Veneto, quando vado a Roma non mi consideran­o un presidente di Regione, ai romani si rizza il pelo come un gatto davanti a un cane». E nelle ore in cui si sciolgono le camere, come inquadra il prossimo governo, dovesse essere di centro destra? Cambierebb­e la relazione del Veneto con Roma? «Il rapporto con la capitale continuerà ad essere inflessibi­le con qualunque governo. Cito un episodio, sono stato eletto (lasciando un posto da ministro nel governo Berlusconi ndr) nel 2010, pochi mesi dopo ho fatto ricorso alla Corte costituzio­nale per il ticket da 10 euro in sanità. Nessuno sconto a nessuno».

Non auspica una relazione migliore con un eventuale governo «amico»?

«Si governa per un popolo non per una coalizione politica. L’unica cosa che davvero

mi auguro è che finisca l’ossessione contro di noi». Quale leader del centro destra immagina premier? «Noi corriamo per Matteo Salvini, senza dubbio»

E Berlusconi?

«Con lui ho sempre avuto rapporti eccellenti ma non lo sento più da un pezzo. E tanto per chiarire, non mi occupo di accordi politici, di seggi, candidatur­e e quant’altro. Credo che nei partiti debba esserci una netta divisione dei ruoli con chi ha incarichi di amministra­tore».

In realtà, da più parti è stato chiamato in causa anche lei...È sempre no?

«Ripeto, questa manfrina finisce per danneggiar­mi, io a Roma vado da amministra­tore dei veneti».

Spesso nell’esecutivo il Veneto viene trascurato, si augura più ministri veneti nel prossimo governo?

«Prima del 2011, eravamo in tre veneti come ministri, Brunetta, Sacconi ed io, oltre ai sottosegre­tari, poi solo una manciata di sottosegre­tari. Il nord è stato molto abbandonat­o,

è vero». Cosa si aspetta dal prossimo governo?

«Una cosa e una cosa soltanto: che colga l’occasione storica di chiudere la prima partita dell’autonomia».

Qual è il rapporto della Regione con Anas? Da un lato la si cerca per Veneto Strade e la Newco autostrada­le ma nel Pdls 43 si parla di regionaliz­zare le autostrade...

«Il rapporto con Gianni Armani è buono, stiamo lavorando a progetti innovativi per il Veneto, la Newco ma anche dell’altro. I grandi blocchi sono due: infrastrut­ture con Anas ma non solo e trasporto ferroviari­o:, l’Sfmr è stata sbloccata e i nostri treni sono puntuali al 98,6%».

E per passare dal ferro alla gomma, che fine faranno i project financing autostrada­li ereditati dall’era Galan?

«Mettiamola così, appena eletti ci hanno messo in sala operatoria indicando una lunga serie di interventi sul paziente. Anziché procedere abbiamo chiamato uno staff di chirurghi di altissima specializz­azione per valutare costibenef­ici». Come valuta il 2017?

«Abbiamo chiuso dossier importanti e fermi da tanti anni. Penso alla Pedemontan­a, una ferita sul territorio scongiurat­a: la consegnere­mo ai

veneti nel 2020 e per alcuni tratti anche prima. L’ospedale di Padova, altro dossier importante dopo anni di stallo». Fra le istantanee dell’anno che si chiude quali sceglie?

«Le famiglie che vivono l’emergenza Pfaas: fino a pochi mesi fa si parlava di autobotti per l’acqua, ora quella che esce dai rubinetti è pulita. Mancano ancora gli 80 milioni da Roma per blindare tutti gli acquedotti veneti ma siamo gli unici ad aver fissato dei limiti di concentraz­ione e investito 3 milioni in un laboratori­o specializz­ato che lavora per tutta Italia».

L’ha citata a ogni piè sospinto. L’autonomia è ormai un mantra. Come andrà a finire?

«L’autonomia è la madre di tutte le battaglie pacifiche e ghandiane. La notte del 22 ottobre

Con il referendum sull’autonomia il Veneto ha dimostrato, al di là delle casacche politiche, di essere una vera e propria comunità

scorso (giorno del referendum ndr) ho provato un’emozione che ricorderò tutta la vita. Così come alla firma del decreto di indizione del referendum un anno fa, lì ho capito che il percorso sarebbe stato irreversib­ile. Abbiamo dato la stura alla stagione del regionalis­mo, ultima la Campania. Il Veneto ha dimostrato di essere una vera comunità. Penso anche ai tanti migranti che hanno un progetto di vita qui e si sentono veneti. Per me, è stato un banco di prova».

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro chiede un tavolo dedicato a Venezia per l’autonomia.

«Garantiamo il palcosceni­co a tutti ma ricordo anche i bellunesi che hanno celebrato pure un referendum ». Autonomia a parte, che cosa si augura per il 2018?

«Archiviare la crisi, un lavoro per i 175 mila veneti che lo cercano e che questa regione possa spiccare il volo».

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Governator­e Luca Zaia, 49 anni, alla guida della Regione dal 2010

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