Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La rabbia dei vip «Basta, numero chiuso» «No, colpa dei cafoni»
CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) «Contingentare gli arrivi a Cortina», propone l’imprenditrice Roberta Rossi, che in questi giorni sta trascorrendo le vacanze sulle Dolomiti con il marito Luigino, il re delle scarpe di lusso. «Il paese è pieno da scoppiare e i turisti continuano ad arrivare. È un bene per l’economia ma in situazioni di emergenza, come la nevicata di mercoledì, ci vuole il coraggio di dire: “Basta: Cortina è in
overbooking”. E fermare a valle i nuovi arrivi».
Rossi parla dalla sua auto, incolonnata di fronte allo stadio del ghiaccio. «Ho impiegato un’ora per percorrere un chilometro e mezzo. È evidente che qualcosa non sta funzionando, e la colpa non può essere solamente degli automobilisti che dimenticano di montare le catene. È inaccettabile che passi l’idea che una nevicata sia da considerarsi come una situazione emergenziale per un paese che sulla neve costruisce gran parte del proprio business».
L’idea di una Cortina a numero chiuso, lascia perplesso un ampezzano Doc come Kristian Ghedina: «Può essere una soluzione per evitare ingorghi ma poi chi lo va a dire agli operatori turistici? In tempi di crisi economica ogni visitatore è una manna dal cielo». Per l’ex campione mondiale di sci, l’origine di tutti i problemi è un’altra: «Purtroppo ci sono tanti turisti cafoni, che mollano l’auto in mezzo alla strada. E a questi si aggiungono i visitatori completamente sprovvisti di quella che chiamo “la cultura della montagna”: se vai in vacanza sulle Dolomiti devi sempre essere adeguatamente equipaggiato. Invece l’altro giorno mi sono ritrovato a mettere le catene sulla Bmw di un automobilista che, pur tenendole nel bagagliaio, non aveva la più pallida idea di come si montassero».
Il dj Mauro Ferrucci, che in questi giorni ha in programma diversi eventi nei locali della Conca, è d’accordo con l’idea di contingentare l’accesso a Cortina. «Ma più che dei blocchi indiscriminati - spiega - impedirei l’arrivo solo a coloro che non hanno le gomme termiche o le catene. E sono tanti. È soltanto colpa loro se in queste ore la circolazione nel paese è bloccata: abbandonavano le auto sotto la nevicata, e così i mezzi spazzaneve restavano imprigionati nel traffico».
Vittorio Sgarbi, appena tornato dalla Regina delle Dolomiti, dà un giudizio netto: «Cortina non può permettersi di fare queste figuracce, a Saint Moritz non sarebbe mai accaduto. È la dimostrazione di come purtroppo molte cose funzionino meglio all’estero». L’idea del numero chiuso? «La soluzione non può essere quella di impedire ai turisti di visitare le nostre montagne ma trovare il modo di garantire a tutti di arrivarci senza rimanere impantanati nel traffico».
Per il giornalista Bruno Vespa il problema va affrontato mettendo mano alle infrastrutture: «Ma vi pare normale che qui da decenni non si riesca a fare una strada o un aeroporto? Diciamocelo, i Mondiali sono stati dati anche perché non c’erano concorrenti. Amo Cortina, ma in questo aspetto è molto italiana: si muove con lentezza».
Infine, l’amaro sfogo di uno che, dell’ipotesi di programmare gli accessi alla città, ne discute da tempo: il sindaco del capoluogo Luigi Brugnaro. Anche lui è rimasto vittima della nevicata: «Se qui a Venezia fosse capitato come a Cortina, e io sono rimasto bloccato sei ore in auto mentre rientravo, mi avrebbero impiccato».
Molti turisti non hanno la cultura della montagna: se vai in vacanza sule Dolomiti devi essere adeguatamente equipaggiato