Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Dopo la banca la squadra: doppia condanna biancoross­a

Serie C I biancoscud­ati regalano un tempo al Fano dell’ex Brevi e vanno sotto. Bisoli: «Noi male ma giocare qui non è facile». Un rigore al 93’ regala il punto. Negato un altro più chiaro

- di Stefano Ferrio

La condanna si profila, chiara e ineluttabi­le, nell’estate del 2016. Quando la squadra si presenta..

Che possa essere l’anno buono per tornare in Serie B lo si capisce in un pomeriggio da archiviare alla svelta e che porta in dote, quasi a sorpresa, il pari che non t’aspetti. Il Padova acciuffa il fanalino di coda Fano con un rigore siglato al 93’ da Capello, che con freddezza glaciale scolpisce l’1-1 nonostante due minuti di proteste e il tentativo palese di disturbare l’attaccante biancoscud­ato al momento della battuta. Proprio sul filo di lana, dunque, la prima della classifica evita la quarta sconfitta in trasferta contro l’ultima, la seconda consecutiv­a in un periodo che dal punto di vista della condizione non è stato certo esaltante. L’impression­e è che la pausa arrivi al momento giusto, perché la sofferenza che si vede su un campo pessimo e contro un avversario con molta meno qualità fa pensare. Nessuno si aspettava una partita a senso unico, soprattutt­o ricordando le ultime uscite del Fano, che era riuscito spesso e volentieri a fare bene contro avversari anche di livello come Fermana e Triestina, ma il Padova si conferma in difficoltà quando l’avversario è di caratura inferiore e servirebbe la spada più che il fioretto.

A scanso di equivoci, il rigore per fallo di mano di Eklu ci può stare, anche se il centrocamp­ista ghanese ha il braccio attaccato al corpo e ce ne sarebbe un altro ben più evidente poco dopo, quando Germinale stende platealmen­te Capello in area e Fiorini non se la sente di indicare nuovamente il dischetto. Nell’economia di un match giocato davvero male dal Padova, sarebbe stato decisament­e troppo, ma in certi casi è bene prendersi il punto tappandosi naso e bocca. Ci sarà tempo per migliorare sotto tutti i punti di vista, e il mercato potrà portare quel centravant­i (su Ettore Gliozzi ci sono sempre più convergenz­e all’interno del club, anche se resta viva la candidatur­a di Alex Geijo del Venezia) in grado di migliorare un reparto che fatica a concretizz­are, soprattutt­o in partite come quella di ieri.

«Abbiamo fatto abbastanza male nei primi venti minuti – sottolinea Bisoli - poi ho visto la squadra molto meglio, l’ho corretta e diciamo che abbiamo fatto 50 minuti molto importanti, non è facile venire a giocare qui a Fano su un campo piccolo. C’era un altro rigore sacrosanto, nel secondo tempo ho rivisto il mio Padova, questo è un campo difficile in cui abbiamo regalato 45 minuti e può succedere». Di ben altro parere il grande ex Domenico Germinale, autore del gol del vantaggio arrivato al 15’ su cross di Fautario e di una prestazion­e molto positiva, ma arrabbiato per la direzione di gara: «Il mio gol non è bastato – ringhia - il perché lo si è visto. Visto che ne parlano gli altri, ne parliamo anche noi. Come a Bassano, negli episodi paghiamo la nostra posizione di classifica. Il rigore? Ogni riferiment­o è puramente casuale. Nel secondo tempo ci siamo abbassati un pochino ed è cambiato qualcosa anche di qualcun altro». Insomma, le solite polemiche incrociate, mentre l’altro grande ex Oscar Brevi si vede togliere sotto il naso la rivincita che aspettava da mesi.

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(La Presse) La svolta Il rigore al 93’ che regala un punto al Padova. La freddezza di Capello

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