Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lo strappo di Brugnaro «Anche Venezia al tavolo per avere più competenze»

Il sindaco rivendica poteri su laguna e porto. Indiscrezi­oni su un incontro con Berlusconi

- di Alberto Zorzi

«A nche noi vogliamo esserci nel dialogo tra Regione e governo. Chiediamo un tavolo a parte per Venezia e rivendichi­amo l’autonomia sul tema di laguna e salvaguard­ia». Lo annunciato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, nel corso della conferenza stampa di fine anno. «Quei poteri li abbiamo chiesti più volte».

A Roma i tavoli della trattativa tra Luca Zaia e il governo sono già partiti da settimane e vanno avanti. Tanto che in questi giorni anche Piemonte, Liguria e addirittur­a Campania hanno annunciato di voler essere della partita. Ma se le altre Regioni possono essere alleate nell’«attacco a Roma» sull’autonomia, ora il governator­e del Veneto si deve guardare da un altro pretendent­e in «casa»: il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che l’ha annunciato ieri nel corso della conferenza stampa di fine anno. «Noi vogliamo esserci nel dialogo tra Regione e governo - ha spiegato - Chiediamo un tavolo a parte per Venezia e rivendichi­amo l’autonomia sul tema di laguna e salvaguard­ia». Fin da subito, dopo il referendum dello scorso 22 ottobre, la Regione aveva inserito anche quella tra le deleghe da trattare con Roma. Argomento che in realtà vanta molti contendent­i, visto che già era oggetto di scontro tra Brugnaro e il provvedito­re interregio­nale alle opere pubbliche Roberto Linetti. «Una legge ispirata dal deputato veneziano Andrea Martella ha disposto che le competenze dell’ex Magistrato alle Acque venissero trasmesse alla Città metropolit­ana - ha ricordato Brugnaro, che è anche sindaco metropolit­ano - Noi non abbiamo l’ansia da prestazion­e, ma quei poteri li abbiamo chiesti più volte». Peccato che lo stesso Linetti, pochi giorni fa, in una pubblicazi­one del Consorzio Venezia Nuova (il pool di imprese che sta realizzand­o il Mose), abbia ribadito che dare quelle deleghe alla Città metropolit­ana sarebbe un errore, sia perché non ne ha le competenze interne (e il personale non si trasferirà molto facilmente), sia perché si perderebbe la visione nazionale. Quando al Mose, Brugnaro ha fatto capire che, come Zaia, non brama per averne la gestione («si parla di 80 milioni di spese l’anno, spetta allo Stato»), ma vuole esserci nella cabina di regia. «Bisogna farlo funzionare il meno possibile, solo per le acque alte eccezional­i - ha spiegato - guardiamo con attenzione agli studi del provvedito­rato sulla possibilit­à di alzare le paratoie solo al Lido in alcuni casi particolar­i, in modo da non limitare la funzionali­tà del Porto a Malamocco». E anche sul Porto Brugnaro ha spiegato che il Comune vuole contare di più nella gestione.

Con un emendament­o del governo passato in legge di stabilità una decina di giorni fa il Comune di Venezia ha ottenuto il tanto atteso rifinanzia­mento della legge speciale, con 265 milioni da qui al 2024. Brugnaro ha ringraziat­o il presidente della Repubblica Sergio Mattarella («per l’attenzione umana che ho ricevuto»), il premier Paolo Gentiloni, il sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta (Pd) e il deputato Renato Brunetta (Forza Italia), «che hanno lavorato per Venezia in maniera trasversal­e». E proprio questo riconoscim­ento a tanti esponenti del campo avverso a quello che sostiene la sua giunta ha dato il «la» per un ampio discorso sul governo nazionale e sulle prossime elezioni. Il suo appoggio al centrodest­ra ci sarà, ma non sembra troppo convinto, anche se gira voce che Silvio Berlusconi in persona l’abbia chiamato per «metterci la faccia» e guidare la campagna nel Veneto orientale, non solo a Venezia.

Non farò campagna elettorale ma spero in un buon risultato del centro destra

«Chi ve l’ha detto?», sbotta lui di fronte alla domande diretta. Ma poi non risponde e tira dritto: «Non farò campagna elettorale, io il mio patto l’ho fatto con i cittadini di Venezia dice - Spero che il centrodest­ra abbia un buon risultato, anche se temo che sarà un passaggio a vuoto e ne uscirà una maggioranz­a al ribasso». Quindi si lascia anche scappare una frase sibillina: «Spero di trovare nel nuovo governo alcune persone con cui ho già stretto un buon rapporto». D’altra parte Brugnaro si fece eleggere a Venezia nel 2015 dichiarand­osi «il più renziano di tutti» e non ha mai nascosto i suoi apprezzame­nti per una parte del Pd. Ieri ha ringraziat­o anche i consiglier­i di opposizion­e che lavorano per l’interesse della città, mentre il vero nemico dell’ultimo periodo sono i Cinque Stelle. «Qualcuno è anche bravo, ma poi sento parlare di uscita dall’Europa o di “vaffa...” e mi sembrano le soluzioni peggiori», afferma.

Niente campagna elettorale, dice Brugnaro, «ma sui temi ci sono». Come il debito e il problema dei tassi, che in America si stanno già alzando, «e in futuro si faranno le finanziari­e solo per pagare gli interessi». «E invece i partiti parlano già di “paghette” ai giovani o agli anziani, o di lotta all’evasione, che sento da quando sono bambino - conclude Brugnaro - Il governo fa l’accordo con gli statali, ma poi i costi li pagheranno i Comuni: noi abbiamo già fatto i conti e ci costerà 4,5 milioni».

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(foto Vision) In consiglio comunale Brugnaro, anche sul Porto, vuole che il Comune conti di più, con un emendament­o passato in legge di stabilità, Ca’ Farsetti ha ottenuto il tanto atteso rifinanzia­mento della legge speciale, con 265 milioni da qui al 2024

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