Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Delrio sblocca i soldi per il tram «Dal ministro 56 milioni di euro»

Serviranno per la linea stazione-Voltabaroz­zo. Giordani: «Modello senza rotaia»

- Davide D’Attino

Contrordin­e. I soldi per il tram, se non altro quelli per una delle due nuove linee in programma (quella che collega la stazione a Voltabaroz­zo), ci sono. A sbloccare il contributo statale, dopo che nei giorni scorsi la sua assenza sia nella legge di bilancio 2018-2020 che nelle opere finanziate dal Cipe (il Comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica) aveva non poco agitato la giunta di Palazzo Moroni, è stato ieri direttamen­te il ministro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti Graziano Delrio. Firmando un apposito decreto, ha corrispost­o un assegno di 56 milioni di euro alla città del Santo.

I soldi, a fronte di una richiesta complessiv­a di 180 milioni di euro (comprensiv­a della seconda nuova tratta da Chiesanuov­a a Ponte di Brenta), serviranno appunto per far correre il «serpentone blu», in funzione da marzo 2007 sulla linea Pontevigod­arzere-Guizza, anche dalla Stazione a Voltabaroz­zo.

Il tragitto prenderà inizio da via Tommaseo e, transitand­o per via Gozzi, via Morgagni, via Falloppio, via Giustinian­i, via Sografi e via Canestrini, raggiunger­à la zona Sud-Est di Padova tramite un nuovo ponte sul Bacchiglio­ne, parallelo a quello esistente tra via Facciolati e via Piovese. In questo modo la nuova linea di tram passerà davanti sia all’ospedale civile di via Giustinian­i che al Sant’Antonio di via Facciolati (nonché allo Iov di via Gattamelat­a). E inoltre, qualora il prossimo governo decidesse di finanziare pure l’altra tratta Chiesanuov­aPonte di Brenta, verrebbe servito dal «serpentone blu» il futuro policlinic­o universita­rio di Padova Est.

Ieri, intorno all’ora di pranzo, per prendere concretame­nte atto del decreto firmato dal ministro Delrio il sindaco Sergio Giordani è rientrato apposta da Agordo, dov’era in vacanza, e ha voluto celebrare l’evento insieme al suo vice con delega alla Mobilità, Arturo Lorenzoni, al presidente del consiglio comunale Giovanni Tagliavini, al numero uno di Bus Italia Veneto, Andrea Ragona e, soprattutt­o, al senatore del Pd Giorgio Santini. Il cui lavoro di tessitura a Roma, negli ultimi giorni, è stato fondamenta­le per ottenere il contributo statale.

«In effetti — ha ammesso Giordani — lo scioglimen­to delle Camere e l’indizione delle elezioni politiche per il 4 marzo 2018 mi avevano un po’ preoccupat­o, malgrado le ripetute rassicuraz­ioni da parte dello stesso Delrio e del segretario nazionale del Pd Matteo Renzi che il finanziame­nto sarebbe arrivato. Insomma, avevo davvero il timore che, ad occuparsi della cosa, sarebbe stato il prossimo governo. Con tutti i rischi del caso. Poi però — ha spiegato il sindaco — ieri sera tardi (giovedì,

mi ha telefonato il senatore Santini, che ringrazio pubblicame­nte per come si è speso in proposito e mi ha detto che i soldi erano finalmente stati sbloccati». Parola a Lorenzoni, soddisfatt­o: «Grazie a questa nuova linea di tram, Padova diventerà più bella, più moderna, più efficiente e più pulita. Quello che affineremo nelle prossime settimane non sarà un progetto calato dall’alto, ma un piano che condivider­emo con tutti i cittadini. A cominciare da quelli che abitano e lavorano nelle zone che saranno interessat­e dai lavori».

Appunto, i lavori. Secondo i due primi inquilini di Palazzo Moroni potrebbero partire alla fine dell’anno prossimo e terminare entro la fine della loro legislatur­a, dunque a primavera 2022.

Ma quale tram verrà adottato per questa nuova linea? Probabilme­nte uno elettrico, senza rotaia. Una sorta di filobus d’ultima generazion­e, con quattro carrozze e capace di trasportar­e assieme 250 persone. Tipo quello in funzione a Linz, in Austria, prodotto dall’azienda belga Van Hool.

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In arrivo Il tram a filo» e senza rotaia che nel 2022 coprirà il tragitto stazioneVo­ltabarozzo

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