Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Delrio sblocca i soldi per il tram «Dal ministro 56 milioni di euro»
Serviranno per la linea stazione-Voltabarozzo. Giordani: «Modello senza rotaia»
Contrordine. I soldi per il tram, se non altro quelli per una delle due nuove linee in programma (quella che collega la stazione a Voltabarozzo), ci sono. A sbloccare il contributo statale, dopo che nei giorni scorsi la sua assenza sia nella legge di bilancio 2018-2020 che nelle opere finanziate dal Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) aveva non poco agitato la giunta di Palazzo Moroni, è stato ieri direttamente il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. Firmando un apposito decreto, ha corrisposto un assegno di 56 milioni di euro alla città del Santo.
I soldi, a fronte di una richiesta complessiva di 180 milioni di euro (comprensiva della seconda nuova tratta da Chiesanuova a Ponte di Brenta), serviranno appunto per far correre il «serpentone blu», in funzione da marzo 2007 sulla linea Pontevigodarzere-Guizza, anche dalla Stazione a Voltabarozzo.
Il tragitto prenderà inizio da via Tommaseo e, transitando per via Gozzi, via Morgagni, via Falloppio, via Giustiniani, via Sografi e via Canestrini, raggiungerà la zona Sud-Est di Padova tramite un nuovo ponte sul Bacchiglione, parallelo a quello esistente tra via Facciolati e via Piovese. In questo modo la nuova linea di tram passerà davanti sia all’ospedale civile di via Giustiniani che al Sant’Antonio di via Facciolati (nonché allo Iov di via Gattamelata). E inoltre, qualora il prossimo governo decidesse di finanziare pure l’altra tratta ChiesanuovaPonte di Brenta, verrebbe servito dal «serpentone blu» il futuro policlinico universitario di Padova Est.
Ieri, intorno all’ora di pranzo, per prendere concretamente atto del decreto firmato dal ministro Delrio il sindaco Sergio Giordani è rientrato apposta da Agordo, dov’era in vacanza, e ha voluto celebrare l’evento insieme al suo vice con delega alla Mobilità, Arturo Lorenzoni, al presidente del consiglio comunale Giovanni Tagliavini, al numero uno di Bus Italia Veneto, Andrea Ragona e, soprattutto, al senatore del Pd Giorgio Santini. Il cui lavoro di tessitura a Roma, negli ultimi giorni, è stato fondamentale per ottenere il contributo statale.
«In effetti — ha ammesso Giordani — lo scioglimento delle Camere e l’indizione delle elezioni politiche per il 4 marzo 2018 mi avevano un po’ preoccupato, malgrado le ripetute rassicurazioni da parte dello stesso Delrio e del segretario nazionale del Pd Matteo Renzi che il finanziamento sarebbe arrivato. Insomma, avevo davvero il timore che, ad occuparsi della cosa, sarebbe stato il prossimo governo. Con tutti i rischi del caso. Poi però — ha spiegato il sindaco — ieri sera tardi (giovedì,
mi ha telefonato il senatore Santini, che ringrazio pubblicamente per come si è speso in proposito e mi ha detto che i soldi erano finalmente stati sbloccati». Parola a Lorenzoni, soddisfatto: «Grazie a questa nuova linea di tram, Padova diventerà più bella, più moderna, più efficiente e più pulita. Quello che affineremo nelle prossime settimane non sarà un progetto calato dall’alto, ma un piano che condivideremo con tutti i cittadini. A cominciare da quelli che abitano e lavorano nelle zone che saranno interessate dai lavori».
Appunto, i lavori. Secondo i due primi inquilini di Palazzo Moroni potrebbero partire alla fine dell’anno prossimo e terminare entro la fine della loro legislatura, dunque a primavera 2022.
Ma quale tram verrà adottato per questa nuova linea? Probabilmente uno elettrico, senza rotaia. Una sorta di filobus d’ultima generazione, con quattro carrozze e capace di trasportare assieme 250 persone. Tipo quello in funzione a Linz, in Austria, prodotto dall’azienda belga Van Hool.