Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Mi sono tuffato mentre Mariangela moriva»
Parla l’imprenditore bellunese amico della vittima
Una testimonianza cruda, drammatica. È quella di Nicola Zeggio, imprenditore di 57 anni, bellunese, che martedì scorso ha visto morire sotto i suoi occhi l’amica Mariangela Calligaro, 55 anni, travolta da un’onda durante la vacanza in Costiera amalfitana. «Mi sono tuffato, è annegata».
«Dovevamo andare ad Amalfi e a Ravello, poi abbiamo visto quella discesa, abbiamo lasciato l’auto e ci siamo incamminati. Non l’avessimo mai fatto, oggi la nostra amica Mariangela sarebbe ancora con noi». Nicola Zeggio, l’imprenditore di 57 anni che a Belluno si occupa di impianti di condizionamento e pannelli radianti, fa fatica a raccontare la tragedia che l’ha visto protagonista a Praiano con la moglie Nicoletta Bressa (sorella del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianclaudio; la coppia ha tre figli, ieri una di loro, Sara, ha raccontato di aver appreso la notizia dalla mamma al telefono) e l’altra coppia di amici, Carlo Talamini e Mariangela Calligaro, travolti martedì mattina da un’onda e risucchiati dal mare, alla fine del sentiero che conduce al night L’Africana. Tragedia nella quale è morta proprio Mariangela, 55 anni, promotrice finanziaria bellunese. Come era cominciata la vacanza?
«In modo molto tranquillo, eravamo andati in aereo fino a Napoli e poi a Capodichino avevamo preso un’auto a noleggio con cui abbiamo fatto un giro a Sorrento prima di fermarci a cena a Praiano». Era già stato in Costiera?
«Sì, ma ero molto piccolo, ricordo ben poco. Mia moglie e l’altra coppia di amici invece no, non c’erano mai stati». Cosa è successo martedì mattina?
«La nostra idea era di fare trekking però avevamo deciso di andare a vedere Amalfi e Ravello». E invece?
«Abbiamo visto questa discesa, abbiamo lasciato l’auto e ci siamo incamminati».
Il tempo però non prometteva niente di buono. Non era un rischio avventurarsi lungo un sentiero che non conoscevate?
«Avevamo visto un raggio di sole, sembrava che dovesse migliorare».
C’erano dei cartelli lungo il tragitto che invitavano alla prudenza? «Se c’erano io non li ho visti».
E gli altri della compagnia?
«Nessuno mi ha riferito di aver visto cartelli con l’indicazione di pericolo».
Nessuno vi ha scoraggiato dal proseguire? Solitamente la gente del posto lo fa...
«Nessuno ci ha dissuasi, non abbiamo incontrato nessuno. C’erano solo due persone ferme al parcheggio vicino a un furgone, le stesse alle quali mi sono rivolto per i soccorsi». Che ora era?
Sono corso sulla spiaggia e ho incontrato un marinaio. Mi ha dato un salvagente, a quel punto mi sono tuffato e l’ho portato a Nicoletta I miei amici non c’erano mai stati. Se ci tornerò? Non rispondo, è un posto meraviglioso ma quello che è successo resterà un ricordo indelebile
«Tra le 10.30 e le 11». Continui pure...
«Ci siamo incamminati e a un certo punto il percorso finisce, c’è un ristorante». Vi siete resi conto del pericolo?
«Le onde si infrangevano contro la balaustra ma arrivava solo qualche spruzzo. In un punto la strada si abbassava facendo una curva e lì le onde erano più alte». Avete proseguito?
«Siamo arrivati fino in fondo, si passa sotto una torre antica e si gira proprio lì intorno». Il punto più vicino al mare.
«Tornando indietro e all’altezza di quest’abbassamento, sempre in corrispondenza del ristorante, ero a una ventina di metri più avanti rispetto agli altri quando ho sentito un boato fortissimo e ho visto la schiuma che aveva sovrastato completamente il percorso, per alcuni
metri, e cominciava a trascinare mia moglie e i miei amici. Uno di loro, non so neanche chi fosse perché non riuscivo a riconoscerlo, era aggrappato disperato al parapetto. Neanche il tempo di rendermi conto cosa stava succedendo che è arrivata la seconda onda che li ha trascinati direttamente a mare». E lei cosa ha fatto?
«Sono corso sulla spiaggia che non è così distante da dove avevamo lasciato la macchina, un paio di minuti, e ho detto alle persone che avevo visto poco prima di chiamare i soccorsi. Poi sono ritornato in zona e ho urlato a mia moglie di raggiungere la spiaggia a nuoto. Fortunatamente è riuscita ad attaccarsi a una boa in mezzo al mare mentre gli altri due stavano alla deriva». Attimi disperati...
«Manciate di secondi, mi creda… sono corso di nuovo sulla spiaggia e lì ho incontrato un marinaio che ringrazierò per tutta la vita, che si è procurato un salvagente e una lunga cima. A quel punto mi sono spogliato e mi sono tuffato con il salvagente che ho portato a mia moglie. Ci siamo attaccati assieme e siamo stati tirati dal marinaio evitando gli scogli». E i vostri amici?
«Quando sono arrivato sulla spiaggia li ho intravisti, lontani… nel frattempo era arrivato il gommone della Guardia Costiera per il loro salvataggio. Purtroppo per Mariangela non c’è stato nulla da fare…»
Avevate scattato foto della vostra vacanza di Capodanno? «Sì, sono tutte nei telefonini persi in mare».
Che cosa le ha detto il sindaco di Praiano?
«Si è messo a disposizione per qualsiasi evenienza e mi ha aiutato per gli aspetti burocratici legati alla salma». Tornerà in Costiera amalfitana?
«Non le rispondo… la Costiera è un posto meraviglioso però vederci morire una persona con cui hai un’amicizia decennale… è un ricordo che resterà indelebile, forse anche di più».