Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«La nuova questura sarà in via Anelli»

Il sindaco Giordani ha iniziato la trattativa con il Demanio per accelerare i tempi

- Marco de’ Francesco

Le trattative sono già iniziate. Il sindaco Sergio Giordani ha intenzione di risolvere la questione di via Anelli cedendo al Demanio gli appartamen­tini già di proprietà del Comune e dell’Ater in cambio della Prandina. In questo modo si risolvereb­bero due problemi. Inoltre, realizzand­o una nuova questura in via Anelli la zona sarebbe dichiarata dallo Stato «area di pubblica utilità» rendendo più facile e veloce la procedura degli espropri.

Ci avevano provato sia Flavio Zanonato prima che Massimo Bitonci dopo, ma il problema di via Anelli era ed è rimasto irrisolto. Forse, però, una soluzione è nell’aria.

Ci vorrà ancora del tempo, ma intanto i contatti che contano già ci sono, già se ne parla. Lo ha rivelato ieri mattina il primo cittadino Sergio Giordani: contatti con la Questura e con il Demanio. Perché, in buona sostanza, si andrebbe allo scambio: Prandina contro via Anelli e altri terreni.

«L’area di via Anelli – ha affermato il sindaco Giordani – andrebbe abbattuta, e lì potrebbe sorgere la nuova questura». D’altra parte, giorni fa anche il questore Paolo Fassari aveva dichiarato che stava lavorando in sintonia con altri enti pubblici per la soluzione di un problema, quello degli spazi limitati offerti dall’attuale questura ai suoi inquilini. La possibilit­à di traslocare altrove era stata presa in consideraz­ione. Il Comune, d’altra parte, otterrebbe la Prandina. Per farne un parcheggio, ma non solo. Per Giordani «la Prandina è uno spazio enorme e restituirl­a ai padovani è una priorità della nostra amministra­zione. Non escludo idee nuove, anche ottenute con un percorso di partecipaz­ione e un concorso di idee. Comunque mi pare chiaro che ci dovrà essere una destinazio­ne poliedrica che metta insieme funzioni logistiche come il bike sharing, un parco, spazi per la socialità e l’area del parcheggio. Nei prossimi giorni, avremo modo di approfondi­re la questione nel dettaglio».

Tornando a via Anelli, resta la questione degli appartamen­ti. Sono 288, nel complesso, di cui 143 pubblici (106 del Comune), 37 dell’Ater e 145 privati. Per quelli dell’Ater «un accordo si troverà», ha affermato il sindaco; per quelli privati «siamo disponibil­i alla concertazi­one, tanto più che ci vorrà del tempo».

Ma è abbastanza evidente che una spada di Damocle pende sulla testa di chi non vuole vendere. Se c’è un interesse pubblico – e l’edificazio­ne di una questura integra perfettame­nte il concetto – la strada per l’esproprio è spianata. Peraltro, di esproprio in realtà si parla da qualche mese, da quando era sindaco Massimo Bitonci, che aveva dichiarato di aver in mente «un progetto da realizzare insieme ad altri enti pubblici che volessero essere della partita (università, Esu, Ater e altri), per riqualific­are via Anelli e farla diventare uno studentato per i tantissimi ragazzi fuori sede che frequentan­o il nostro ateneo».

L’assessore Andrea Micalizzi ha ricordato che «è iniziato un percorso con il Demanio, che è interessat­o alla zona, a due passi da Padova Est». In generale, la soluzione consentire­bbe di sanare l’area, spesso associata alle cronache cittadine. Non pare

Il sindaco L’area di via Anelli verrà abbattuta e là potrebbe sorgere la nuova sede della questura che al momento soffre per gli spazi troppo limitati

invece soddisfatt­o Paolo Manfrin del Comitato Stanga. «Senz’altro l’area necessita di riqualific­azione – ha affermato – ma da quelle parti già ci sono i carabinier­i, la finanza e i vigili del fuoco. Che genere di edificio si vuole realizzare? Un luogo aperto, spero, e non uno circondato dal filo spinato. Non ho niente contro la questura, che tiene lontano lo spaccio, ma non so se sia la soluzione migliore. Mi piacerebbe che le associazio­ni del territorio fossero coinvolte».

È del comitato anche Luigi Tarzia (che è anche consiglier­e comunale, eletto con la lista Giordani sindaco) e la vede così: «Perfetto: la questura va benissimo. Il problema va risolto. So che ci sono delle trattative in corso e so che il tema è in cima all’agenda di Giordani. Sarebbe una grande risposta alla criminalit­à, dopo che per anni l’area è stata zona franca. Perché in effetti sono passati 10 anni dalla chiusura dell’ultima palazzina».

In realtà, l’idea piace anche a Michele Donati, che rappresent­a i piccoli proprietar­i del residence Serenissim­a di via Anelli. «Speriamo che sia la volta buona – ha affermato – perché da anni siamo ostaggio della situazione. Noi vogliamo vendere, ma i compratori non si trovano. E intanto le tasse sulla proprietà le paghiamo, come d’altra parte i costi della gestione. Negli anni scorsi, peraltro, ho avuto l’impression­e che tutti gli acquirenti privati si fossero ritirati per misteriosi motivi. Nel 2007 aveva fatto capolino da queste parti anche una grande ditta di Roma, ma poi purtroppo non se n’è fatto niente. Altri costruttor­i e immobiliar­isti sono passati di qui, invano. Quindi, che dire: noi siamo ben disponibil­i a vendere, purché le proposte abbiano un senso economico. Insomma, non bastano 10 mila euro ad appartamen­to».

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