Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Influenza, 14mila a letto. Zaia: luce sui decessi

- Alessandro Macciò

Due casi in pochi giorni, entrambi in provincia di Vicenza. Monica Fiorese, 41 anni di Cassola, è morta mercoledì per le complicazi­oni di una normale influenza che non le dava tregua da sabato (una circostanz­a rarissima, confermata dall’Usl 7 di Bassano); Monica Scalzolaro, 45 di Sarcedo in foto), aveva lasciato il pronto soccorso il 28 dicembre con i sintomi di un’influenza intestinal­e e si è spenta sabato, dopo un secondo ricovero d’urgenza per problemi al cuore. In questo caso la diagnosi non c’è ancora e la famiglia aspetta l’autopsia, mentre il governator­e Luca Zaia esorta la sanità del Veneto «a dare ogni contributo e informazio­ne utili a chiarire le circostanz­e di questa tragica scomparsa».

I numeri, in compenso, sono confortant­i. Stando all’ultimo rapporto epidemiolo­gico della Regione, dal 18 al 24 dicembre in Veneto ci sono stati 14.085 casi d’influenza, per un totale di 44.600 casi da fine ottobre. L’incidenza regionale, ricavata dalle segnalazio­ni di 104 medici «sentinella» sparsi nelle 9 Usl del Veneto, è inferiore a quella nazionale (2,87 casi per mille pazienti contro 6,39). Se nelle altre regioni il picco è alle porte, in Veneto è previsto per metà gennaio: «Siamo in ritardo di 15 giorni - ammette Lorena Gottardell­o, responsabi­le del servizio di Igiene pubblica all’Usl 6 di Padova -. Quest’anno la campagna vaccinale è andata molto bene, tanto che siamo passati da 163 mila dosi a 165 mila; in passato inoltre le richieste finivano a novembre, mentre quest’anno abbiamo continuato a riceverne fino a Natale. E poi il meteo è clemente, per cui la gente esce più spesso e il rischio contagio si riduce».

In Veneto l’influenza colpisce soprattutt­o bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni (5,91 casi ogni mille). Casi gravi? «Un paziente, che aveva già diverse malattie, è finito in rianimazio­ne. E poi ci sono stati altri tre ricoveri per polmonite o altre complicanz­e», risponde Gottardell­o. «Nella maggior parte dei casi, le morti improvvise sono provocate dall’aggravamen­to di patologie come diabete o neoplasie e dal conseguent­e calo delle difese immunitari­e - aggiunge Annamaria Cattelan, direttrice dell’unità Malattie infettive all’Azienda ospedalier­a di Padova -. Nei bambini l’influenza si manifesta con irritabili­tà, inappetenz­a, vomito, diarrea e dolori addominali, mentre fra gli adulti inizia con tosse, affaticame­nto, cefalea e febbre alta».

Nei casi meno gravi, niente panico: «Per chi ha solo febbre o tosse, il consiglio è di restare a casa e curarsi con gli infiammato­ri. Un po’ per non intasare il pronto soccorso, un po’ per evitare di frequentar­e ambienti pieni di virus e batteri, dove c’è il rischio di acquisire altre infezioni ».

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