Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Influenza, 14mila a letto. Zaia: luce sui decessi
Due casi in pochi giorni, entrambi in provincia di Vicenza. Monica Fiorese, 41 anni di Cassola, è morta mercoledì per le complicazioni di una normale influenza che non le dava tregua da sabato (una circostanza rarissima, confermata dall’Usl 7 di Bassano); Monica Scalzolaro, 45 di Sarcedo in foto), aveva lasciato il pronto soccorso il 28 dicembre con i sintomi di un’influenza intestinale e si è spenta sabato, dopo un secondo ricovero d’urgenza per problemi al cuore. In questo caso la diagnosi non c’è ancora e la famiglia aspetta l’autopsia, mentre il governatore Luca Zaia esorta la sanità del Veneto «a dare ogni contributo e informazione utili a chiarire le circostanze di questa tragica scomparsa».
I numeri, in compenso, sono confortanti. Stando all’ultimo rapporto epidemiologico della Regione, dal 18 al 24 dicembre in Veneto ci sono stati 14.085 casi d’influenza, per un totale di 44.600 casi da fine ottobre. L’incidenza regionale, ricavata dalle segnalazioni di 104 medici «sentinella» sparsi nelle 9 Usl del Veneto, è inferiore a quella nazionale (2,87 casi per mille pazienti contro 6,39). Se nelle altre regioni il picco è alle porte, in Veneto è previsto per metà gennaio: «Siamo in ritardo di 15 giorni - ammette Lorena Gottardello, responsabile del servizio di Igiene pubblica all’Usl 6 di Padova -. Quest’anno la campagna vaccinale è andata molto bene, tanto che siamo passati da 163 mila dosi a 165 mila; in passato inoltre le richieste finivano a novembre, mentre quest’anno abbiamo continuato a riceverne fino a Natale. E poi il meteo è clemente, per cui la gente esce più spesso e il rischio contagio si riduce».
In Veneto l’influenza colpisce soprattutto bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni (5,91 casi ogni mille). Casi gravi? «Un paziente, che aveva già diverse malattie, è finito in rianimazione. E poi ci sono stati altri tre ricoveri per polmonite o altre complicanze», risponde Gottardello. «Nella maggior parte dei casi, le morti improvvise sono provocate dall’aggravamento di patologie come diabete o neoplasie e dal conseguente calo delle difese immunitarie - aggiunge Annamaria Cattelan, direttrice dell’unità Malattie infettive all’Azienda ospedaliera di Padova -. Nei bambini l’influenza si manifesta con irritabilità, inappetenza, vomito, diarrea e dolori addominali, mentre fra gli adulti inizia con tosse, affaticamento, cefalea e febbre alta».
Nei casi meno gravi, niente panico: «Per chi ha solo febbre o tosse, il consiglio è di restare a casa e curarsi con gli infiammatori. Un po’ per non intasare il pronto soccorso, un po’ per evitare di frequentare ambienti pieni di virus e batteri, dove c’è il rischio di acquisire altre infezioni ».