Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Profughi, invito del vescovo «Ai migranti doveri civili ma anche diritti e ospitalità»

Cipolla alla Festa delle genti: 25 milioni spesi per i Paesi poveri

- Silvia Moranduzzo

«Aprite le porte ai migranti. A loro vanno riconosciu­ti doveri sociali, ma anche diritti». Claudio Cipolla, vescovo di Padova, sceglie il tempio della Pace e la Festa delle genti per ribadire il suo pensiero in tema di accoglienz­a: l’apertura cui si ispira la Chiesa di Francesco, che ha portato il monsignore a confligger­e, per quanto in modo silenzioso, con la politica che ha retto Padova fino allo scorso giugno: il no profughi della Lega, riaffermat­o a più riprese dall’ex sindaco, Massimo Bitonci.

Durante la messa si alternano lingue diverse, dal croato all’inglese, dal francese al cinese. È uno dei modi con i quali la diocesi cerca di unire la società nelle sue differenze: «Siamo una fratellanz­a universale e questo è un evento molto significat­ivo – dice il vescovo di fronte a un centinaio tra padovani e immigrati –, a dimostrazi­one che non dobbiamo avere paura dell’altro. Voi migranti siete un segno di vitalità».

L’omelia serve a Cipolla per ribadire: la Chiesa è aperta a tutti quelli che cercano conforto: «Invito tutti ad aprire le porte ai migranti che scappano dalla loro casa, dalla miseria, dall’oppression­e. A queste persone in difficoltà vanno riconosciu­ti sia i doveri sociali sia i diritti – ha affermato il vescovo – Migrare è una cosa bellissima ma non se si è costretti. Noi stiamo facendo del nostro meglio per aiutare le persone nei Paesi poveri». Il riferiment­o è all’investimen­to nel 2016 di 25 milioni di euro da parte della diocesi di Padova e delle associazio­ni collegate. Il denaro è servito per scuole e ospedali, quindi a portare avanti progetti di formazione, come «Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni»: iniziativa di Medici con l’Africa Cuamm che mira a insegnare alle donne le corrette abitudini alimentari per i loro figli.

«Vi invito alla marcia del 14 gennaio ad Agna – ancora il monsignore –. Camminerem­o per portare conforto in zone delicate. Vogliamo stare accanto ai profughi che soffrono e vivono in condizioni inumane, ma anche agli operatori dei centri che si trovano a dover gestire realtà complicate. Non dimentichi­amo però che ci sono anche i cittadini di quei paesi che ospitano i centri profughi: anche loro meritano attenzione. Vogliamo esprimere la vicinanza anche a loro, che vivono in una situazione certamente difficile. Vogliamo aiutare i cittadini a capire che l’altro non è un pericolo ma una risorsa».

Monsignor Cipolla ha le idee chiare sulle responsabi­lità della società rispetto ai profughi: «Viviamo in un mondo egoista e chiuso in se stesso, come un adolescent­e, rivolto solo al consumismo. Come possiamo non ascoltare il loro grido di dolore, le loro urla, i loro pianti? – chiede il vescovo – I profughi ci parlano di un mondo che sta male e attende giustizia. Se tutto il mondo, soprattutt­o politico, si facesse carico della sofferenza di gran parte della terra le migrazioni sarebbero solo quelle frutto della libertà. Diamo il benvenuto ai profughi perché quello che potevamo fare per non “costringer­e a partire” lo stiamo facendo».

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La cerimonia Il vescovo, monsignor Claudio Cipolla, e la curia padovana alla Festa delle genti (Foto Bergamasch­i)

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