Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Crisi nera in Comune ad Adria I dissidenti: lasciamo le deleghe

Centrodest­ra, domani «caldo» vertice di maggioranz­a sul caso «Coimpo»

- Nicola Chiarini

I consiglier­i «ribelli» pronti a riconsegna­re le proprie deleghe al sindaco Massimo Barbujani, al quale confermano fiducia, rinnovando­gli la richiesta di «demansiona­re» il vice Federico Simoni, a cui contestano il comportame­nto sul caso «Coimpo».

Il passaggio sarà formalizza­to domani nella riunione di maggioranz­a, alla quale Luca Azzano Cantarutti (Indipenden­za Noi Veneto), Barnaba Busatto (Indipenden­te, ex Bobo Sindaco), Daniele Ceccarello (Fd’I) si presentera­nno determinat­i a non cedere, anche in vista del consiglio comunale del 16 gennaio che vedrà tornare in aula le questioni dell’azienda di lavorazion­e rifiuti a Ca’ Emo in cui, il 22 settembre 2014, morirono sul lavoro quattro operai.

«Coimpo» è oggi al centro di tre filoni d’inchiesta: a Rovigo per omicidio colposo, a Firenze e alla Direzione distrettua­le antimafia (Dda) di Venezia per due diverse ipotesi di smaltiment­o illecito.

I tre consiglier­i, a inizio legislatur­a, erano stati scelti da Barbujani per affiancare la giunta nella gestione di deleghe specifiche: Cantarutti per gli Affari legali, Busatto per le Politiche giovanili, Ceccarello per la Caccia. La restituzio­ne delle deleghe sarebbe, trapela dai dissidenti, una risposta a Simoni che ha accusato i «ribelli» di mirare alla sua poltrona di vicesindac­o.

Cantarutti, Busatto e Ceccarello, supportati dall’assessore all’Ambiente Giorgia Furlanetto (Fd’I, prima estromessa e poi richiamata in giunta proprio per contrasti con Barbujani su «Coimpo»), rilanciano contestand­o a Simoni di aver affiancato l’azienda nei rapporti con la Provincia da cui dipendeva parte dell’iter autorizzat­orio. Rapporti emersi anche da intercetta­zioni legate alle indagini della Dda di Venezia.

«Un problema politico — spiega Busatto — Simoni deve confrontar­si con maggioranz­a e Consiglio sulle scelte, non solo sul versante Coimpo. Per esempio, sulle partecipat­e ha agito senza rapportars­i sul mandato».

Sempre in queste ore, è circolata l’ipotesi che Busatto, di profession­e avvocato, fosse stato oggetto di un procedimen­to disciplina­re durante il tirocinio in Tribunale a Rovigo, completato la scorsa primavera. «Busatto ha completato positivame­nte quel tirocinio — spiega Giampietro Berti, presidente dell’Ordine degli avvocati — svolgendo un lavoro egregio e apprezzato. Era giunta una segnalazio­ne che, insieme alle controdedu­zioni di Busatto, abbiamo girato all’organismo di disciplina di Venezia che, autonomame­nte, valuterà per competenza, ma non escludo, sulla scorta degli elementi, si giunga alla completa archiviazi­one».

Busatto è tranquillo. «La norma — argomenta — prevede che chi fa tirocinio non possa svolgere attività di avvocato nello stesso ufficio giudiziari­o. Io sono stato sentito per una verifica sul punto che si è chiusa senza problemi, tanto che il tirocinio è stato portato a compimento nel migliore dei modi».

Il punto I frondisti: fedeltà al primo cittadino, ma il vice sindaco lasci l’incarico

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Allo scontro Da sinistra, i frondisti in maggioranz­a ad Adria: Daniele Ceccarello, Giorgia Furlanetto, Luca Azzano Cantarutti e Barnaba Busatto. A lato: in alto il sindaco Barbujani, sotto il vice Simoni
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