Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il progetto del Tram risale al 2003 Missione a Roma per le modifiche

Ma il piano finanziato è quello spedito al ministero e difficilme­nte potrà cambiare

- Davide D’Attino

Missione a Roma per Arturo Lorenzoni. Forse già domani o al massimo entro la metà della prossima settimana, il vicesindac­o con delega alla Mobilità, in compagnia di alcuni tecnici di Palazzo Moroni, si recherà direttamen­te nella Capitale, nella sede del ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti in piazzale Porta Pia, per capire quali e quante modifiche possano essere apportate al progetto preliminar­e della nuova linea di tram dalla Stazione a Voltabaroz­zo.

La relazione presentata proprio a Roma quattro mesi fa (e di recente finanziata dallo stesso ministero con 56 milioni di euro) è infatti soltanto una versione aggiornata dello studio di fattibilit­à elaborato nel 2003 dalla Net Engineerin­g di Monselice (che ha disegnato anche la tratta Pontevigod­arzere-Guizza). Questo studio ha ricevuto il contributo governativ­o perché è stato definito «immediatam­ente cantierabi­le», perché è considerat­o come «completame­nto di un sistema già in funzione», perché prevede l’adozione di un mezzo su rotaia simile all’attuale serpentone blu della Translohr (oggi inglobata dal colosso francese Alstom che, per inciso, produce anche i treni di Italo) e perché il percorso era già stato predispost­o (nessun transito per via Facciolati dunque e obbligator­io passaggio nel tratto compreso tra via Sografi e via Canestrini, lungo il tracciato dell’attuale pista ciclabile).

Il vicesindac­o Lorenzoni, e con lui pure il sindaco Sergio Giordani, preferireb­be però fare delle modifiche: vorrebbe adottare un veicolo senza rotaia per ridurre al minimo l’impatto dei lavori (il modello è quello adoperato a Linz, in Austria, realizzato dall’azienda belga Van Hool) e punterebbe anche a deviare il percorso su via Facciolati perché ciò consentire­bbe un maggior carico di passeggeri.

«La scadenza dei novanta giorni per la presentazi­one del cronoprogr­amma – continua a ripetere il leader di Coalizione Civica a proposito del limite fissato dal ministero – non ci spaventa. Abbiamo tutto il tempo per compiere quelle analisi che ci consentira­nno di fare le scelte più giuste e ponderate. Comunque partiamo già da una base molto solida. Nel senso che, negli ultimi mesi, non siamo stati fermi, ma abbiamo già lavorato su diversi aspetti. Ora si tratta di fare ulteriori passi avanti».

Il primo passo avanti intanto spetta all’assessore al Commercio Antonio Bressa che a breve inizierà un giro di incontri con i rappresent­anti delle categorie economiche e con i residenti per provare a superare le perplessit­à relative al tragitto: «Abbiamo promesso un dialogo trasparent­e con residenti e commercian­ti della zona – ricorda l’ex segretario cittadino del Pd – Ed è proprio quello che faremo già dai prossimi giorni».

I margini di manovra per modificare percorso però sembrano molto stretti. Tanto che, a meno d’improbabil­i modifiche, gli incontri serviranno a convincere i negozianti e gli abitanti della zona della bontà del vecchio progetto. Sulla carta, il percorso lungo circa cinque chilometri e mezzo tocca dodici fermate: Stazione, Pace, Gozzi, Morgagni, Ospedale Civile, Sografi, Forcellini, Ospedale Sant’Antonio, Parco Iris, Cornaro, Sgaravatti e Voltabaroz­zo (e forse l’Agripolis di Legnaro).

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