Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il progetto del Tram risale al 2003 Missione a Roma per le modifiche
Ma il piano finanziato è quello spedito al ministero e difficilmente potrà cambiare
Missione a Roma per Arturo Lorenzoni. Forse già domani o al massimo entro la metà della prossima settimana, il vicesindaco con delega alla Mobilità, in compagnia di alcuni tecnici di Palazzo Moroni, si recherà direttamente nella Capitale, nella sede del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in piazzale Porta Pia, per capire quali e quante modifiche possano essere apportate al progetto preliminare della nuova linea di tram dalla Stazione a Voltabarozzo.
La relazione presentata proprio a Roma quattro mesi fa (e di recente finanziata dallo stesso ministero con 56 milioni di euro) è infatti soltanto una versione aggiornata dello studio di fattibilità elaborato nel 2003 dalla Net Engineering di Monselice (che ha disegnato anche la tratta Pontevigodarzere-Guizza). Questo studio ha ricevuto il contributo governativo perché è stato definito «immediatamente cantierabile», perché è considerato come «completamento di un sistema già in funzione», perché prevede l’adozione di un mezzo su rotaia simile all’attuale serpentone blu della Translohr (oggi inglobata dal colosso francese Alstom che, per inciso, produce anche i treni di Italo) e perché il percorso era già stato predisposto (nessun transito per via Facciolati dunque e obbligatorio passaggio nel tratto compreso tra via Sografi e via Canestrini, lungo il tracciato dell’attuale pista ciclabile).
Il vicesindaco Lorenzoni, e con lui pure il sindaco Sergio Giordani, preferirebbe però fare delle modifiche: vorrebbe adottare un veicolo senza rotaia per ridurre al minimo l’impatto dei lavori (il modello è quello adoperato a Linz, in Austria, realizzato dall’azienda belga Van Hool) e punterebbe anche a deviare il percorso su via Facciolati perché ciò consentirebbe un maggior carico di passeggeri.
«La scadenza dei novanta giorni per la presentazione del cronoprogramma – continua a ripetere il leader di Coalizione Civica a proposito del limite fissato dal ministero – non ci spaventa. Abbiamo tutto il tempo per compiere quelle analisi che ci consentiranno di fare le scelte più giuste e ponderate. Comunque partiamo già da una base molto solida. Nel senso che, negli ultimi mesi, non siamo stati fermi, ma abbiamo già lavorato su diversi aspetti. Ora si tratta di fare ulteriori passi avanti».
Il primo passo avanti intanto spetta all’assessore al Commercio Antonio Bressa che a breve inizierà un giro di incontri con i rappresentanti delle categorie economiche e con i residenti per provare a superare le perplessità relative al tragitto: «Abbiamo promesso un dialogo trasparente con residenti e commercianti della zona – ricorda l’ex segretario cittadino del Pd – Ed è proprio quello che faremo già dai prossimi giorni».
I margini di manovra per modificare percorso però sembrano molto stretti. Tanto che, a meno d’improbabili modifiche, gli incontri serviranno a convincere i negozianti e gli abitanti della zona della bontà del vecchio progetto. Sulla carta, il percorso lungo circa cinque chilometri e mezzo tocca dodici fermate: Stazione, Pace, Gozzi, Morgagni, Ospedale Civile, Sografi, Forcellini, Ospedale Sant’Antonio, Parco Iris, Cornaro, Sgaravatti e Voltabarozzo (e forse l’Agripolis di Legnaro).