Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Tecno-filò», Paolini e il racconto nell’era dello smartphone
Un tempo si poteva rimanere incantati per ore ascoltando racconti attorno al fuoco, i filò, in cui si narravano storie che facevano sognare e pensare. Oggi la tecnologia, fatta di video on demand, smartphone perennemente connessi e social di ogni tipo, hanno fatto perdere la magia del ritrovarsi e mettere al centro di tutto il racconto. È su tutto questo che è incentrato il nuovo spettacolo «Tecnofilò», scritto e diretto da Marco Paolini, che arriverà in scena martedì alle 20.45 al teatro Accademico di Castelfranco, Treviso, e mercoledì alle 21 al teatro Dario Fo di Camponogara, Venezia (info www.arteven.it). In un’epoca in cui la parola storytelling è usata e abusata, e spesso legata solo alle nuove tecnologie, Paolini recupera la tradizione, il primo vero «storytelling», che univa le famiglie attorno al focolare o nei cortili delle case popolari: il «filò». «Una volta, nelle veglie invernali – spiega Paolini - si chiamavano filò le narrazioni degli anziani che raccontavano qualcosa di unico e prezioso. Senza presunzione di riuscirci ritengo necessario provare a narrare il nostro tempo crisalide». Un racconto che nasce anche dall’esperienza personale quotidiana, quella di un uomo nato e cresciuto in un tempo in cui certe tecnologie esistevano solo nei racconti di fantascienza e che in pochi anni si è trovato in un «nuovo mondo». «So che la mia vita sta cambiando – sottolinea - grazie o per colpa delle tecnologie che da queste innovazioni derivano e di cui faccio uso anch’io come i miei simili».