Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Litta, nuova accusa dal video «parcella in nero»
Padova, nel video integrale della trasmissione Rai anche il professor Litta accetterebbe soldi in nero E lunedì il chirurgo rischia il licenziamento
Dal video integrale del servizio di «Petrolio» (Rai 1) emergerebbe una nuova accusa per il professor Pietro Litta, chirurgo della Clinica ostetrica di Padova già immortalato mentre chiede 2mila euro alla giornalista-paziente per saltare le liste d’attesa. Al termine della visita avrebbe intascato i soldi in nero della parcella. Come la collega Alessandra Andrisani. Litta lunedì rischia il licenziamento.
Non avrebbe «solo» chiesto 2mila euro per un intervento di chiusura delle tube senza lista d’attesa, ma avrebbe anche intascato i soldi, in nero, della visita. Potrebbe aggravarsi ulteriormente la posizione del professor Pietro Litta, responsabile della Chirurgia mini-invasiva interna alla Clinica ostetrica dell’Azienda ospedaliera di Padova e immortalato con una telecamera nascosta dalla giornalista Francesca Biagiotti di «Petrolio» (Rai 1), che si è finta paziente. Ebbene, dal «girato» integrale, senza tagli rispetto al «montato» andato in onda sabato scorso, emergerebbe che dopo l’accertamento al quale l’inviata si è sottoposta prima di Natale nella clinica privata «CittàGiardino» di Padova, convenzionata con l’ospedale, lo specialista le avrebbe chiesto il pagamento in nero. Lo stesso video senza tagli nelle ultime ore è stato acquisito dalla Procura e riguarda anche la dottoressa Alessandra Andrisani, a capo del Centro di procreazione assistita della medesima Clinica ostetrica. Come il collega è stata ripresa da «Petrolio» nel suo studio privato, dove ha intascato dall’inviata Rai 140 euro in nero di parcella.
I due, sospesi dalla libera professione dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Luciano Flor (e Litta pure dalla «CittàGiardino»), sono ora in attesa del pronunciamento disciplinare affidato al Comitato dei garanti. Istituito da Azienda ospedaliera e Università di Padova, presieduto dal direttore sanitario Daniele Donato e composto dagli avvocati Chiara Cacciavillani e Fabio Pinelli, il Comitato dovrà valutare la richiesta di Flor di sospendere la convenzione ai due camici bianchi, che essendo universitari non possono essere licenziati se non dall’Ateneo. L’ospedale può però vietare loro di continuare a svolgere l’attività assistenziale con i malati, costringendoli a limitarsi a didattica e ricerca. Ed è il provvedimento che i tre garanti sarebbero indirizzati ad adottare nei confronti di Litta, mentre per la Andrisani si starebbe profilando il richiamo scritto.
Il pronunciamento dei garanti sarà notificato dal rettore, Rosario Rizzuto, al Consiglio di disciplina dell’Ateneo, che deciderà se adottare a sua volta misure a carico dei due ginecologi. Le cui sorti professionali ed eventualmente penali dipendono proprio dal video integrale, richiesto alla Rai anche dall’Azienda ospedaliera e dall’avvocato di Litta, Carlo Covi. Intanto, per capire il contesto nel quale si muovono i due ginecologi e chiarire il quadro indiziario, gli inquirenti hanno sentito Flor e acquisito i computer utilizzati da Litta in reparto e alla «CittàGiardino». L’obiettivo è esaminare nel dettaglio i pagamenti, l’emissione delle fatture e la contabilità del chirurgo. In più lunedì prossimo la polizia giudiziaria coordinata dal procuratore capo di Padova, Matteo Stuccilli, che sta seguendo le indagini personalmente, andrà alla Rai di Roma a sentire Francesca Biagiotti, la collega Daniela Cipolloni, con lei nello svolgimento del servizio a Padova, e il conduttore di «Petrolio», Duilio Giammaria. È probabile che fino a quel giorno la situazione rimanga cristallizzata, ovvero il fascicolo aperto resti senza indagati finché non sarà circoscritto l’ambito dei presunti illeciti commessi dai due camici bianchi, denunciati dalla Regione per concussione e abuso d’ufficio.
L’ipotesi di reato per cui si procede nei confronti di Litta è però tentata concussione. Diverso il caso della Andrisani, assistita dall’avvocato Emanuele Fracasso Jr di Padova e che potrebbe essere passibile di un accertamento da parte della Guardia di Finanza, non di un’inchiesta penale. Sempre se dal «girato» integrale non emergeranno altre sorprese. Quanto all’Azienda ospedaliera, la Regione ha chiesto conto alla direzione delle convenzioni sottoscritte con cliniche private, che contravvengono alla delibera del 2013 sull’obbligo per i medici del Servizio pubblico di svolgere la libera professione dentro l’ospedale di appartenenza. E’ probabile che tali convenzioni saranno fatte decadere dopo la visita degli ispettori del 24 gennaio.