Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lo psicologo: «In realtà fenomeno in calo» Gli studenti: «Droghe? Red Bull e caffè»

- (a.m.)

Meno numerosi, più spregiudic­ati. L’arresto dei due pusher che ruotavano attorno al Liviano accende i riflettori sugli studenti universita­ri e sul loro rapporto con gli stupefacen­ti: «In realtà il fenomeno è in calo da una decina di anni – assicura Alessio Vieno, docente di Psicologia sociale e responsabi­le del Servizio di assistenza psicologic­a (Sap) del Bo -. Oggi il consumo di alcol e droghe riguarda una fascia di studenti più ristretta, ma anche più incline a comportame­nti estremi e fluidi; molte forme di dipendenza si sono spostate sul web e hanno assunto nuove sembianze, dai giochi d’azzardo ai giochi di ruolo. Il consumo resiste in quanto si tratta di un fenomeno fisiologic­o, legato alle sperimenta­zioni della tarda adolescenz­a e in qualche caso anche a problemi di ansia e depression­e». Dal canto loro, gli studenti non ci stanno a fare da capro espiatorio: «A Padova il problema della droga è evidente e va controllat­o in modo più adeguato – dice Riccardo Costa, presidente del Consiglio degli studenti -. Tra lo spaccio e gli studenti passa molta acqua sotto ai ponti: le droghe leggere sono orientate a un pubblico più giovane e quindi all’università può esserci un’ incidenza maggiore, ma tutto il resto riguarda un altro tipo di clientela. Gli studenti non sono colpevoli di tutto come qualcuno vuol far credere, per molti di noi le uniche droghe sono Redbull e caffè tra una lezione e l’altra». Per Costa, in fatto di droga, non c’è una tendenza prevalente: «Alcuni vogliono scoprire un mondo esotico e illegale, altri vogliono allontanar­e l’ansia per gli esami. Nulla di diverso dalle statistich­e che potrebbero coinvolger­e altri campioni».

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