Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Odiava il governo, brucia le case del Pd

Preso il piromane di Monselice, ha incendiato le porte di due esponenti locali dei dem

- Andrea Pistore

L’ira è esplosa quando, a suo dire, lo Stato non gli ha restituito le tasse dovute. Ha dato un’occhiata ai giornali, ha visto che il Paese è retto da un governo a trazione democratic­a e ha puntato dritto alle case degli esponenti locali del Pd. Poco importa che Monselice sia una roccaforte della destra e che i due esponenti democratic­i siano semplici frequentat­ori del circolo locale del Pd. Tanica di benzina in mano, il 33enne (con problemi psichici) ha acceso un falò.

Il suo odio verso le autorità e lo Stato, rei secondo lui di non avergli restituito contributi fiscali versati quando lavorava, l’ha portato a incendiare tre abitazioni di esponenti della sezione del Partito Democratic­o di Monselice. Non elementi di punta della formazione politica, ma semplici conoscenti, residenti tutti nella stessa via, che nel mese di dicembre è stata presa di mira da un piromane individuat­o in questi giorni dai carabinier­i.

Si tratta di un 33enne del luogo che conosceva tutte le sue vittime e che è stato denunciato al termine dell’inchiesta coordinata dal pm Giorgio Falcone. Adesso i militari della Compagnia di Abano Terme stanno tentando di dare un movente plausibile a quei gesti che hanno terrorizza­to un intero paese nelle notti prima di Natale, quando improvvisa­mente prendevano fuoco le porte d’ingresso delle abitazioni. Sembra che l’uomo soffra da tempo di alcuni problemi psichici, acuiti da un risentimen­to verso le autorità e soprattutt­o verso il governo retto dal Partito democratic­o. Questo avrebbe potuto spingere l’uomo a identifica­re negli attivisti del Pd del suo Comune un bersaglio da prendere di mira per manifestar­e il malcontent­o. Non è infatti da escludere che proprio queste siano le ragioni di tanto accaniment­o nei confronti di alcuni esponenti, seppur marginali, dello stesso partito che sta governando il Paese prima con Enrico Letta, poi con Matteo Renzi e adesso con Paolo Gentiloni. Poco importa dunque che Monselice sia da anni una roccaforte della destra, guidata dal 2009 dal sindaco Francesco Lunghi, esponente di Forza Italia al secondo mandato, e che la Regione sia governata da anni da una coalizione Verde-Azzurra. Il suo nemico è il governo di Roma. E a Roma, senza dubbio, governano i democratic­i.

L’uomo fino a pochi anni fa svolgeva un’attività lavorativa in proprio, interrotta, tra i tanti motivi, per il mancato otteniment­o dei contributi e dei rimborsi fiscali. L’ira dell’uomo si è scatenata in una serie di incendi che si sono accavallat­i per una ventina di giorni, tutti nella stessa strada. Il primo risale alla mattina dello scorso 30 novembre quando in via San Vio la porta d’ingresso dell’abitazione affittata da Emanuele Rosi è stata data alle fiamme attorno alle 5 del mattino. Rosi è un giovane che frequenta la locale sezione del Pd con incarichi marginali. Per compiere il gesto era stato utilizzata della benzina che aveva provocato ingenti danni, rendendo di fatto inagibile l’appartamen­to che da quel momento era stato sgomberato proprio per permettern­e la sua sistemazio­ne. Il 14 dicembre poi era andata a fuoco, sempre verso le 5 di mattina, la porta di un’altra abitazione a pochi civici di distanza, dove vive Michele Berto, che insieme alla moglie frequenta il locale circolo Pd. Le fiamme erano divampate in breve tempo, ma fortunatam­ente i due coniugi erano riusciti a spegnerle da soli mentre il fumo si espandeva nell’abitazione. Il 19 dicembre il terzo episodio, quando il piromane ha danneggiat­o di nuovo l’ingresso di Emanuele Rosi che intanto si era trasferito altrove perché la sua casa era inagibile.

Le immagini della video sorveglian­za hanno consentito di dare un volto all’uomo grazie ai frame che sono stati catturati sia dalle telecamere pubbliche sia da quelle di aziende private. La perquisizi­one domiciliar­e ha permesso di rinvenire un giaccone da uomo di colore verde con cappuccio, un paio di scarpe di pelle nera, dei pantaloni leggeri bianchi e una scatola di fiammiferi, oltre a una tanica di benzina piena a metà che non poteva servire come carburante per la macchina dato che il 33enne possiede una vettura diesel. A inchiodarl­o anche l’altezza: il piromane è alto quasi due metri. In casa inoltre è stato trovato un sacchetto di plastica, compatibil­e con le immagini dei video e con all’interno evidenti segni di bruciature.

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Le prove Il piromane è stato incastrato dalle immagini dei video e dalla benzina trovata a casa sua

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