Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Uccise il padre, si è aperto ieri il processo
È entrato subito nel vivo il processo al figlio di Enrico Boggian, imputato per omicidio volontario per aver assassinato il padre con un colpo di pistola alla nuca il 24 marzo dello scorso anno a Selvazzano. Le udienze davanti al collegio composto da due giudici e due psicologi si sono aperte ieri al tribunale dei Minori di Venezia. Hanno parlato la mamma del giovane, la nonna paterna e due zii.
I testi hanno riferito degli ottimi rapporti che c’erano tra il ragazzo e suo padre. Hanno negato quanto era emerso in prima battuta, e cioè che i due vivevano un rapporto conflittuale a causa del basso rendimento scolastico del ragazzo. Né era vero che il padre si sentisse angosciato da quel figlio che sembrava non volersi applicare nemmeno nello sport, sua grande passione. Al contrario, come ha spiegato il suo istruttore di tennis, il giovane era molto bravo, il padre lo adorava e lo seguiva ma senza essere assillante o invadente, come invece accade a molti altri genitori.
Secondo la ricostruzione del magistrato che lo ha imputato di omicidio volontario, tra i due c’era molta acredine perché il giovane disattendeva di continuo le aspettative del padre. In aula ieri ha parlato anche il maggiore Giovanni Garrasi, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Padova, che ha condotto le indagini e che ha illustrato gli elementi raccolti quel venerdì dello scorso anno. Il ragazzo, oggi 16enne, difeso dal legale Ernesto De Toni, è in buono stato di salute, è stato promosso dopo essere stato rimandato in due materie. Si trova ancora in carcere a Treviso dove sta frequentando i corsi di terza superiore. In un primo momento aveva raccontato ai carabinieri di essere fuori in bici mentre il padre veniva ucciso. Poi, dopo ore di interrogatorio, è crollato. Roberta Polese