Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Spacciator­e costringe il cliente a intestarsi le sim

Condannato a 1 anno e 4 mesi. Minacciava di morte un ventenne: «Ti ammazzo»

- A.Pist.

Minacce Il pusher diceva: «Ti brucio la casa se non mi compri la sim», oppure «Ti sgozzo con una bottiglia» Trappola Il giovane ha subito le minacce per un po’, poi è andato dai carabinier­i che hanno sorpreso il pusher

I due si erano conosciuti in centro storico ed erano diventati amici prima che uno minacciass­e l’altro di morte se non lo aiutava ad attivare la sim di un telefono cellulare. Il più giovane terrorizza­to è andato a denunciare tutto ai carabinier­i che l’altra mattina hanno arrestato Ahytem Safi, tunisino irregolare di 32 anni, accusato di tentata estorsione.

L’amicizia tra i due inizia un po’ per caso, tra le piazze e i portici nei mesi scorsi. Il 20enne di origini romene che abita a Cadoneghe bazzica in centro e ogni tanto compra della marijuana da uno spacciator­e. Nel tempo i due si conoscono meglio, tanto che il pusher comincia a chiedere favori al giovane cliente.

«Ti puoi intestare una sim a tuo nome, che mi serve per telefonare?», gli domanda un giorno. Il ventenne capisce che qualcosa non va e si rifiuta di assecondar­lo. Per tutta risposta lo spacciator­e inizia a minacciarl­o di morte in maniera sempre più pesante.

«Ti ammazzo se non mi compri la sim» e poi ancora: «Ti do fuoco, ti brucio la casa con tutta la famiglia dentro» o «Ti sgozzo con una bottiglia».

Le intimidazi­oni arrivano per lo più via messenger, la chat di Facebook che consente anche di mandare audio oltre che di comunicare in maniera testuale. A quel punto il giovane impaurito va ad acquistare la scheda telefonica e la consegna al 32enne che la utilizza probabilme­nte per contattare i clienti che vogliono acquistare la sostanza stupefacen­te.

Qualche tempo dopo qualcosa non funziona nel numero di telefono, tanto che è necessario andare in un centro Wind per permettere alla sim di tornare attiva. Non potendolo fare direttamen­te in quanto la scheda è intestata al ventenne, il pusher torna alla carica e comincia di nuovo a minacciare in maniera sempre più aggressiva il romeno. «O vai a cambiare piano telefonico e ad abilitarmi le chiamate o ti taglio la gola», gli scrive in continuazi­one. A quel punto la pazienza del 20enne termina: il ragazzo si reca nella stazione dei carabinier­i di Cadoneghe dove denuncia tutto agli uomini dell’arma che studiano una strategia per incastrare il pusher. Il giovane gli da appuntamen­to al negozio di telefonia di Corso del Popolo a due passi dalla stazione di Padova, i due entrano e in quel momento i militari intervengo­no arrestando il tunisino in flagrante. Ieri l’uomo è andato a processo per direttissi­ma: il giudice gli ha comminato una pena di 1 anno e 4 mesi senza la condiziona­le.

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