Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Se le cattive sono ragazze Il caso «Bulle da morire»

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essere fuori dal gruppo».

L’adolescenz­a è un’età di dubbi e tormenti: quello che vive Stefania è ambivalent­e, l’affetto per l’amica e contempora­neamente il bisogno di fare parte del branco. Si ritrova così in un vortice di bugie e situazioni che le sfuggono di mano.

Stefania è l’altra faccia delle vittime del bullismo: la figura che sta dietro le quinte, che si lascia coinvolger­e pur di non venire emarginata, dilaniata dai sensi di colpa, ma incapace di ribellarsi.

«La mia terza vita, quella silenziosa, in realtà faceva un baccano del diavolo. Ma nessuno, a parte me, ne sentiva l’eco».

Emanuela Da Ros è bravissima a far parlare i ragazzi attraverso la sua penna attenta e profonda. La storia trascina dentro questo vortice di crudeltà, in cui la vittima non è solo la ragazzina bullizzata. A cosa può spingere il tormento di essere derisi? Fino a quando si riesce a sopportare? È possibile uscirne?

Attraverso la protagonis­ta, la scrittrice denuncia anche uno dei fenomeni più devastanti legati al bullismo 2.0: quello chiamato «Pull a pig», «inganna il maiale». È l’ultima feroce trovata: un gruppo di bulli sceglie la vittima, possibilme­nte quella col fisico meno perfetto. La fa abbordare da un falso innamorato tramite i social (spesso con profili falsi), fino a che cade in trappola, s’innamora e spesso si lascia anche sedurre e poi viene derisa e bullizzata in pubblico. Ma nel romanzo di Emanuela Da Ros, quando tutto sembra perduto, c’è un riscatto e una riscossa. Cambiare le cose è possibile. I bulli, anzi le bulle, non vinceranno. L’autrice sta portando il libro tra gli studenti: il 29 gennaio sarà a Murano all’Istituto Vivarini, il 27 febbraio a Mestre alla Feltrinell­i (10.30), il 20 aprile a Padova al Dipartimen­to di Pedagogia di Palazzo Maldura (ore 15), il 3 maggio a Verona alla Feltrinell­i (10.30).

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