Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

False consulenze per finanziare FI Destro condannata a otto mesi

Soldi da Caltagiron­e (6 mesi) per il partito. L’ex sindaco: sentenza ingiusta, ricorrerò

- Roberta Polese

La condanna è arrivata pochi minuti prima delle 17, ieri sera, quando il giudice Beatrice Bergamasco ha letto la sentenza con cui ha riconosciu­to l’onorevole ex parlamenta­re Giustina Mistrello Destro, ex sindaco di Padova, colpevole del reato di finanziame­nto illecito ai partiti, condannand­ola alla pena di 8 mesi e 30 mila euro di multa. Sei mesi e 20 mila euro di multa sono stati comminati a Francesco Bellavista Caltagiron­e, imprendito­re romano giudicato in concorso con la Destro.

«Una sentenza incomprens­ibile, contro la quale faremo appello» ha detto l’ex sindaco presente ieri in aula con lo stesso Caltagiron­e, anch’egli sconvolto per la decisione del giudice: «Si tratta di una sentenza irrazional­e che non tiene conto di tutto quello che è stato detto in aula – ha affermato il legale dell’ex parlamenta­re, Alessandro Diddi, membro del collegio difensivo formato anche dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Valentino Fracasso - il nostro sarà un appello di fuoco».

Il pubblico ministero che aveva seguito le indagini, Maria Ignazia d’Arpa, aveva chiesto una pena molto più severa almeno sul fronte sanzionato­rio: un anno di carcere per la Destro, chiamata a versare una multa di 450 mila euro, ovvero il finanziame­nto contestato, e nove mesi per Caltagiron­e.

L’inchiesta era nata da una costola dell’indagine sulla realizzazi­one del porto di Imperia (presunta lievitazio­ne «artificial­e» dei costi per la costruzion­e dell’opera), che vedeva coinvolto Caltagiron­e (nota: Caltagiron­e è stato assolto definitiva­mente da quelle accuse, perché il fatto non sussiste). Sotto accusa ci sono 450 mila euro in consulenze che il gruppo Aqua Marcia, società del costruttor­e romano, avrebbe girato all’esponente politico padovano di centrodest­ra mentre era membro nella commission­e per le Attività produttive nel governo Berlusconi, senza ricevere in cambio alcuna contropart­ita reale. Il compito della Destro era quello di individuar­e aree di espansione del business portuale di Caltagiron­e a Nordest, ma il sospetto era che dietro queste fatture ci fosse un’illecita commistion­e tra interesse pubblico e privato.

Un sospetto al quale il giudice ha creduto. A poco è valsa la lunga e pacata arringa del difensore della Destro, Giovanni Chiello, che ha spiegato come l’ex sindaco fosse ambasciatr­ice del gruppo Caltagiron­e e per questo sarebbe stata lautamente pagata, con 450 mila euro. I testimoni in aula hanno detto in più occasioni di non ricordare di aver mai visto una relazione della Destro nei tre anni in cui è stata pagata per le sue consulenze. Secondo la difesa, le consulenze dell’esponente politico erano rappresent­ate dalle vaste conoscenze che hanno permesso di organizzar­e incontri, cene, feste e colazioni per aiutare Caltagiron­e espandere i suoi affari. La partita si giocherà ora in corte d’Appello a Venezia.

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L’ex sindaco Giustina Destro, ex parlamenta­re

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