Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Lascia l’avvocatura per il palcoscenico «L’ufficio? Meglio rischiare con l’arte»
Zeno Cavalla, rompe la tradizione con la famiglia di giuristi e vola a Londra
Dall’università al teatro, dai libri al palcoscenico. Si può riassumere così il percorso di Zeno Cavalla, 37 anni, studioso di giurisprudenza che ha lasciato una carriera promettente in ambito legale e si è tuffato nel mondo dell’improvvisazione teatrale, dove ora lavora come attore e insegnante: il suo progetto, Teatro Believe, mescola fantasia e spontaneità per lasciare il pubblico a bocca aperta.
Una scelta controcorrente che ha già ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali. La passione di Zeno per il teatro è nata tardi: «Durante gli anni del liceo ero arrivato a odiarlo, perché i nostri insegnanti ci costringevano a vedere spettacoli mediocri su temi di moda - racconta Zeno -. In compenso ho letto più di duemila libri e ho scritto oltre cinquecento recensioni. Dopo la maturità ero indeciso tra lettere e giurisprudenza, ho scelto la seconda perché con la prima avevo paura di rimanere disoccupato».
Zeno, figlio d’arte (nel senso della giurisprudenza), si iscrive all’Università di Verona per evitare conflitti d’interesse con il padre Francesco Cavalla, luminare di Filosofia del diritto al Bo; dopo la laurea, prosegue con il dottorato in Storia e teoria del diritto europeo a Roma Tor Vergata, concluso con una tesi sulla privacy. Infine Zeno frequenta uno stage a Bruxelles, dove lavora a un progetto di cooperazione giuridica al Consiglio dell’Ue. «Mi sono avvicinato al teatro al primo anno di università, grazie a una ragazza che voleva vedere spettacoli di improvvisazione e continuava a chiedermi di accompagnarla - spiega Zeno -. All’inizio le dicevo di no perché ero un po’ snob e volevo andare a vedere solo Shakespeare o Pirandello, poi ho accettato e sono rimasto folgorato. Ho iniziato a studiare teatro a Roma, poi ho continuato in francese a Bruxelles». Nel curriculum di Zeno ci sono anche uno stage in commedia dell’arte con l’attore Fabio Mangolini e un corso al Second City Theatre di Chicago, una scuola di comicità che ha sfornato talenti del calibro di John Belushi e David Letterman. «Mi hanno detto che ho l’occhio dell’insegnante, mi hanno convinto e ho fondato Teatro Believe. A Padova c’è voglia di uscire dal seminato e di intendere il teatro come un’occasione per socializzare: non ci sono testi né canovacci, i miei studenti devono solo seguire le regole del format e valorizzare quel che viene fatto dai compagni. Può capitare di salire sul palco con gente conosciuta un’ora prima: non so di cosa parleremo e quale sarà il messaggio, ma so che se tutti avranno un atteggiamento di apertura vale la pena di vedere lo spettacolo». Zeno si è appena esibito a Londra, presto volerà in Oregon e non ha rimpianti: «Fare l’avvocato vorrebbe dire stare chiuso in ufficio dalle 8 alle 20; il lavoro a Bruxelles mi piaceva, ma mi mancava il contatto umano. Ora voglio dedicarmi all’arte con tutte le energie e vedere cosa succede».