Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Scabbia, allarme in reparto contagiata un’infermiera
Profilassi su personale e pazienti. Il dg dell’Usl: «Non pericolosa»
Due contagi da scabbia sono stati registrati nel reparto di Lungodegenza dell’ospedale «Santa Maria della Misericordia» di Rovigo. Sono così scattate tutte le procedure di profilassi e bonifica ambientale previste dal protocollo in simili casi. Lo ha comunicato l’azienda socio sanitaria Usl 5 Polesana, descrivendo l’iter seguito per la gestione del problema che ha riguardato direttamente una paziente e l’infermiera che l’ha assistita durante il ricovero. Due soli casi che hanno però imposto interventi di prevenzione e controllo su tutte le persone entrate potenzialmente in contatto con le due donne.
Il primo allarme è scattato nella giornata di mercoledì quando su un’anziana, originaria della provincia di Rovigo e ricoverata da quattordici giorni nel reparto di Lungodegenza, è stata diagnosticata la scabbia, un’infestazione contagiosa della pelle causata da un piccolo acaro che si manifesta come prurito intenso. Alla diagnosi sono seguiti l’isolamento immediato della persona contagiata e l’attivazione tempestiva della cosiddetta «sorveglianza sanitaria», ossia l’insieme di visite mediche e controlli necessari a verificare le condizioni di tutti coloro che si erano relazionati con l’ammalata.
Da questo iter è emerso, nei giorni immediatamente successivi, il secondo caso, a carico di una operatrice sanitaria del reparto. In seguito a questo ulteriore episodio è stato fatto scattare il successivo livello di allerta che ha portato a un capillare intervento di profilassi, esteso a tutti gli operatori e a tutti i pazienti ricoverati nel reparto. Nello specifico, sono stati effettuati controlli particolarmente attenti a livello dermatologico, affiancati a operazioni di radicale bonifica ambientale, a cominciare dalle abitazioni delle persone contagiate. Si presume, peraltro, che la paziente fosse già portatrice della patologia, che ha un tempo di incubazione mediamente stimato tra le tre e le quattro settimane.
«È una patologia fastidiosa, ma non pericolosa – spiega Antonio Compostella, direttore generale dell’Usl 5 Polesana – e può essere prevenuta con la dovuta attenzione alla pulizia di ambienti e indumenti. In ospedale vengono utilizzate di routine le procedure di sanificazione di indumenti, materassi, lenzuola. In questi casi, le procedure vengono estese ai domicili delle persone interessate. Per la cura, oltre alla pulizia, vengono di prassi prescritte pomate a base di zolfo che eliminano l’acaro che cagiona la malattia».
Compostella esprime apprezzamento per il lavoro svolto dalle strutture ospedaliere nell’affrontare la situazione. «La diagnosi precoce dei casi e la tempestività degli interventi – sottolinea il direttore generale - sono il risultato di una costante e intensa collaborazione tra il personale delle diverse strutture aziendali, che consente la precoce applicazione dei protocolli di prevenzione attraverso un grande impegno di tutte le risorse coinvolte nelle diverse fasi della assistenza, a tutela dei degenti e degli operatori impegnati per la loro tutela. Ringrazio i miei medici e tuta la comunità ospedaliera, formata da professioniste e professionisti di cui vado fiero».