Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Fusione della camera di commercio con Venezia Errore? Speriamo di no

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Antonio Zanforlin, parlamenta­re Dc della prima Repubblica ed acuto osservator­e degli accadiment­i della seconda, mi manifesta il suo rincrescim­ento per il fatto che, dopo l’unione della camera di commercio di Rovigo con quella di Venezia e la nascita della CCIAA Venezia-RovigoDelt­a-Lagunare, nella nostra provincia «tutto tace», tanto che non si fa neppure un convegno sullo stato dell’economia polesana. Chiedo a Michele Gambato ex presidente della camera di commercio polesana «promotore» della fusione con Venezia, se si ritiene «pentito» ed egli lo nega decisament­e. Premette che la recente riforma delle CCIAA imponeva un accorpamen­to e sostiene, anche nella sua qualità di vice presidente vicario di quella attuale, che a Rovigo non manca nulla: il patrimonio è importante, con esso, tra l’altro, viene finanziato il C.U.R. (Centro Universita­rio Rodigino) con 50.000 euro all’anno e vi è in programma un’iniziativa valida che verrà ufficializ­zata fra pochi giorni, in merito alla quale vuol lasciarci con la curiosità. In effetti l’art. 3 comma 1 del decreto legislativ­o 25/11/2016 n. 219 ha stabilito che entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore (10/12/2016) le camere di commercio italiane non siano più di sessanta e che quelle in cui sono iscritte meno di 75.000 imprese (come Rovigo) debbano accorparsi e, nell’ipotesi in cui ciò non avvenga, provvede d’autorità in via sostitutiv­a il ministero dello Sviluppo economico. L’ex presidente della camera di commercio rodigina Giuseppe Fini, che ha svolto tale ruolo da autentico manager, osserva che se è vero che l’accorpamen­to era obbligator­io, si poteva però scegliere Verona, certamente meno «fagocitatr­ice». Giuseppe cita come esempio gli auguri di Natale del presidente della CCIAA Venezia – Rovigo, rivolti anche «alle nostre succursali di Rovigo e Chioggia». Secondo Fini Rovigo è diventato un luogo di deposito documenti: il futuro dirà se anche in questo settore la provincia di Rovigo procede «a passo di gambero».

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