Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Scontri in piazza fra il Pedro e la polizia
Padova, la manifestazione di FdI sulle foibe accende la miccia delle contestazioni
Elezioni in vista, clima da campagna elettorale aggressiva e ritorni di «fiamma» sui temi della sicurezza e dell’immigrazione. Anche e soprattutto dopo i fatti di Macerata. A incendiare la scintilla tra la destra radicale e i movimenti autonomi legati ai centri sociali basta ormai pochissimo. La presentazione, ieri, di un’iniziativa di Fratelli d’Italia sulle foibe ha dato origine a momenti di tensione, scontri in piazza fra polizia e centri sociali.
Elezioni in vista, clima da campagna elettorale aggressiva e ritorni di «fiamma» sui temi della sicurezza e dell’immigrazione. Dopo i fatti di Macerata, poi, l’aria che tira sul fronte delle contrapposizioni è ulteriormente peggiorata. E per incendiare la scintilla tra la destra radicale e i movimenti autonomi legati ai centri sociali basta ormai pochissimo. La presentazione di un’iniziativa di Fratelli d’Italia sulle foibe ha dato origine a tutta una serie di eventi che si sono conclusi a colpi di manganello e sampietrini volanti.
Ma andiamo con ordine: la conferenza sulle foibe organizzata dal partito guidato da Giorgia Meloni ha attirato le proteste di alcuni esponenti della sinistra radicale verso le 20. Dagli striscioni si è passati alle parole grosse, dagli insulti agli spintoni e il percorso verso i tafferugli avvenuti alle 22.30 circa in piazza dei Signori è stato perfettamente lineare. La testimonianza dello scontro tra centri sociali e polizia è in un video girato dagli studenti del Global Project e poi finito su twitter la notte scorsa. La conclusione degli scontri non è documentata da alcun video, ma quattro attivisti vicini al centro sociale Pedro sono rimasti lievemente feriti e la polizia si sta occupando del caso che già oggi dovrebbe diventare un fascicolo aperto in procura.
Durante la serata gli episodi di tensione sono stati due e sono avvenuti in due momenti diversi. L’altra sera come ogni mercoledì, un nutrito gruppo di attivisti che fanno parte del BiosLab (collettivo vicino a sociologia) del Pedro e dell’Adl stavano facendo una delle solite «passeggiate antifasciste» (copyright dei centri sociali) che si risolvono ormai da mesi in un innocuo tour degli studenti per le piazze, qualche chiacchiera e un giro di spritz. Ma dopo i fatti di Macerata, in cui un esponente di estrema destra ha sparato a sette stranieri con il pretesto di voler vendicare l’assassinio di una ragazza attribuito a uno straniero, il clima è appunto cambiato. I cartelli dei «pedrini» che stigmatizzavano «il grave attentato fascista» avvenuto nelle Marche hanno incrociato per la strada un gruppo di Fratelli d’Italia che, in sala Nassirya sotto l’orologio, si stava preparando alla commemorazione sulle Foibe che si tiene il 10 febbraio. A quel punto, verso le 20, mentre quelli del Pedro & Co erano ancora nelle piazze, un gruppetto degli attivisti del cpo Gramigna (antagonisti rispetto all’altro centro sociale) si siano avvicinati con striscioni e con minacce alla sala Nassirya iniziando le tensioni con la polizia che presidiava la zona. La vicenda è finita là. Alle 22.30, però, gli animi si sono riaccesi. E a questo punto le versioni dei fatti sono due e non si conciliano. Dalla questura dicono che qualcuno del Pedro ha attaccato alcuni esponenti della destra in un bar e che la polizia sia arrivata per calmare gli animi. Gli attivisti negano tutto: «Avevamo sentito che in piazza c’erano alcuni di Casa Pound con i caschi, ma era una bufala, c’era invece la polizia – spiega Omid Firouzi, del BiosLab, anche lui rimasto ferito – che non voleva farci passare, hanno alzato i manganelli e ci hanno colpito, senza motivo».
Saranno le indagini della procura a fare chiarezza sul punto.