Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cavasin, la prima volta da ex
L’ex biancoscudato è il tecnico del Santarcangelo, domani avversaro di campionato: «Il Padova può solo perdere il campionato, è di gran lunga la più forte di tutte»
«Il Padova ha già vinto il campionato, può perderlo solo suicidandosi. Ha otto punti di vantaggio sulla seconda, è una squadra talmente più forte delle altre, esperta, attrezzata e ben guidata che credo non avrà problemi ad arrivare fino in fondo». Parola di Alberto Cavasin, che domani a Santarcangelo tenterà lo sgambetto alla capolista in quella che, di fatto, sarà la sua prima volta da avversario in panchina al «suo» Padova.
Chiuse la carriera da calciatore in biancoscudato nel 1990, si legò moltissimo all’ambiente, ma per un motivo o per l’altro il destino non gli ha più fatto incrociare il Biancoscudo: «E’ così – sorride l’allenatore del Santarcangelo – può sembrare strano perché quella di domani sarà la mia prima volta da avversario del Padova. È quasi paradossale, perché non sono certo un novello della panchina, ma per un motivo o per l’altro non ci siamo mai incrociati. Quando allenavo in A il Padova era in B, quando allenavo in C il Padova era in A, quando ero in B il Padova era in C e via di questo passo. Non è mai capitato di affrontarlo, per questo devo ammettere che un pizzico di emozione domani ci sarà sicuramente. È una maglia a cui sono molto affezionato».
Il destino ha voluto pure che Cavasin non si sia mai seduto sulla panchina della prima squadra, dopo una breve esperienza alla guida delle giovanili biancoscudate all’inizio degli anni ‘90. C’è stata, però, un’occasione in cui il suo arrivo è stato molto vicino: «Nel 2014 ebbi un contatto con l’allora presidente Diego Penocchio – ricorda il tecnico trevigiano – parlammo e discutemmo della possibilità che allenassi il Padova, ma non se ne fece nulla. Fummo molto vicini, ma evidentemente era destino».
Quando gli si domanda chi toglierebbe al Padova di oggi, Cavasin scrolla le spalle e alza gli occhi al cielo: «Se devo fare qualche nome – spiega – i primi che mi vengono in mente sono Pinzi, Trevisan, Pulzetti e Belingheri. Sono tutti giocatori in là con gli anni, ma hanno un entusiasmo, una cattiveria e una concentrazione che fa loro onore. Quando vedi questi campioni che si rimettono in discussione in una categoria inferiore e giocano con la voglia di un ragazzino, non ti resta che apprezzarli e batter loro le mani. E non credo che il Padova fatichi contro le piccole. A Gubbio hanno perso al 93’ su un errore del portiere su un campo assurdo, a Pontedera avrebbero potuto vincere 5-2 e la sconfitta è stata un caso. Cercheremo di metterli in difficoltà, ma sulla carta loro sono nettamente più forti». Cavasin si è rituffato con grande entusiasmo nell’avventura di Santarcangelo dopo anni bui: «Non ho allenato per cinque anni, poi sono ripartito dal Leyton Orient, in quarta serie inglese. È stata un’esperienza bellissima, se non l’avessi fatta probabilmente oggi non sarei a Santarcangelo. Mi è tornata voglia di allenare, mi sto dedicando anima e corpo a questo progetto. Non penso al futuro, ma solo al presente. Per il resto si vedrà...».