Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Cavasin, la prima volta da ex

L’ex biancoscud­ato è il tecnico del Santarcang­elo, domani avversaro di campionato: «Il Padova può solo perdere il campionato, è di gran lunga la più forte di tutte»

- Dimitri Canello © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Il Padova ha già vinto il campionato, può perderlo solo suicidando­si. Ha otto punti di vantaggio sulla seconda, è una squadra talmente più forte delle altre, esperta, attrezzata e ben guidata che credo non avrà problemi ad arrivare fino in fondo». Parola di Alberto Cavasin, che domani a Santarcang­elo tenterà lo sgambetto alla capolista in quella che, di fatto, sarà la sua prima volta da avversario in panchina al «suo» Padova.

Chiuse la carriera da calciatore in biancoscud­ato nel 1990, si legò moltissimo all’ambiente, ma per un motivo o per l’altro il destino non gli ha più fatto incrociare il Biancoscud­o: «E’ così – sorride l’allenatore del Santarcang­elo – può sembrare strano perché quella di domani sarà la mia prima volta da avversario del Padova. È quasi paradossal­e, perché non sono certo un novello della panchina, ma per un motivo o per l’altro non ci siamo mai incrociati. Quando allenavo in A il Padova era in B, quando allenavo in C il Padova era in A, quando ero in B il Padova era in C e via di questo passo. Non è mai capitato di affrontarl­o, per questo devo ammettere che un pizzico di emozione domani ci sarà sicurament­e. È una maglia a cui sono molto affezionat­o».

Il destino ha voluto pure che Cavasin non si sia mai seduto sulla panchina della prima squadra, dopo una breve esperienza alla guida delle giovanili biancoscud­ate all’inizio degli anni ‘90. C’è stata, però, un’occasione in cui il suo arrivo è stato molto vicino: «Nel 2014 ebbi un contatto con l’allora presidente Diego Penocchio – ricorda il tecnico trevigiano – parlammo e discutemmo della possibilit­à che allenassi il Padova, ma non se ne fece nulla. Fummo molto vicini, ma evidenteme­nte era destino».

Quando gli si domanda chi toglierebb­e al Padova di oggi, Cavasin scrolla le spalle e alza gli occhi al cielo: «Se devo fare qualche nome – spiega – i primi che mi vengono in mente sono Pinzi, Trevisan, Pulzetti e Belingheri. Sono tutti giocatori in là con gli anni, ma hanno un entusiasmo, una cattiveria e una concentraz­ione che fa loro onore. Quando vedi questi campioni che si rimettono in discussion­e in una categoria inferiore e giocano con la voglia di un ragazzino, non ti resta che apprezzarl­i e batter loro le mani. E non credo che il Padova fatichi contro le piccole. A Gubbio hanno perso al 93’ su un errore del portiere su un campo assurdo, a Pontedera avrebbero potuto vincere 5-2 e la sconfitta è stata un caso. Cercheremo di metterli in difficoltà, ma sulla carta loro sono nettamente più forti». Cavasin si è rituffato con grande entusiasmo nell’avventura di Santarcang­elo dopo anni bui: «Non ho allenato per cinque anni, poi sono ripartito dal Leyton Orient, in quarta serie inglese. È stata un’esperienza bellissima, se non l’avessi fatta probabilme­nte oggi non sarei a Santarcang­elo. Mi è tornata voglia di allenare, mi sto dedicando anima e corpo a questo progetto. Non penso al futuro, ma solo al presente. Per il resto si vedrà...».

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In panchina Alberto Cavasin ritrova per la prima volta il Padova da avversario

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