Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Annalisa ora ritrova anche la settima sorella
Fratelli riuniti grazie a «Chi l’ha visto». Di Nerina, l’ultima, le altre non sapevano
Spunta una settima sorella adottata, Nerina. E ritrovare Luca pare questione di ore, perché forse è sempre rimasto a Rovigo. Sei fratelli adottati - anzi sette, pare – che si stanno ritrovando uno per uno dopo 45 anni grazie alla più piccola, Annalisa Pan, di Cittadella, che ha contattato la trasmissione «Chi l’ha visto» e riannodato il filo spezzato del legame di sangue, ritrovando Monica e Belinda Nardin a Cavallino Treporti, che a loro volta si sono messe alla ricerca degli altri fratelli.
Domenica, dopo troppo tempo, riabbracceranno Mauro, che vive a Vigonovo, e Marco, che abita in provincia di Bologna. Una vicenda, quella fin qui raccontata, che già così ha del letterario, ma che di ora in ora si arricchisce di incredibili colpi di scena. Come la scoperta di una settima sorella, appunto, Nerina, nata quando gli altri sei erano già stati affidati ad istituti o adottati, tra il 1973 e il 1975.
«Mi ha raccontato Mauro di questa settima sorella, chiamata Nerina come la mamma», racconta Monica, 51 anni, adottata insieme a Belinda, oggi 47, dai coniugi Nardin di Cavallino. «Io avevo sei anni e mezzo ed ero rabbiosa e ingestibile ma i loro sono stati splendidi, genitori fantastici. Per anni non ho pensato più al passato, i bambini dimenticano per proteggersi. Ma ora è una gioia immensa ritrovare i miei fratelli, da quindici giorni non pensiamo ad altro. Io e Belinda. Un pianto continuo, un’emozione che sta smuovendo cose dimenticate».
Una famiglia numerosa e ingarbugliata degli anni Settanta, quella di Nerina e Alberto Boschetto, coppia povera e travagliata di Rovigo, che tra il 1962 e il 1972 ebbe sei figli (Marco nato nel 1962, Mauro nel 1965, Monica nel 1967, Luca nel 1968, Belinda nel 1970, quindi Annalisa nel 1972) e in casa era tutto un viavai di assistenti sociali. Nerina lavorava, Alberto aveva una dipendenza dall’alcool che ingoiava tutto il resto: i figli, i sussidi, l’affitto calmierato della casa del Comune, i lavori procurati dai servizi sociali.
Tre volte dentro e fuori dall’istituto, i bambini persero casa nel 1973, quando ai genitori venne tolta la patria potestà. Lì si separarono le loro strade. «Mi ricordo poco di quegli anni. Ricordo Mauro che mi portava a manina e ritrovarlo è stata una gioia indicibile – racconta Monica – Lui mi ha detto di Nerina: è nata dopo che noi eravamo stati portati via e deve essere stata adottata quando aveva due, tre mesi».
Lo stesso nome della loro madre, che con la nonna per trent’anni ha vissuto nell’ospizio Casa Serena di Rovigo ed è morta lo scorso novembre, piegata dalla perdita dei figli e legata all’ex marito, che andava a trovare ogni fine settimana. Domenica le tre sorelle e Mauro si incontreranno a Padova, per andare ad abbracciare Marco, il maggiore. Belinda, nel frattempo, si è messa sulle tracce di Luca e avrebbe rintracciato la moglie: pare abiti a Rovigo.
Fratelli sperati, una storia del tutto simile è quella di Sabrina Merlo, 53 anni di Mira, che da piccola insieme ad un altro fratelo era stata ospitata alla Giudecca, all’istituto «Infanzia abbandonata» mentre l’altro fratello Alessio, portato all’istituto Santa Maria della Pietà, era stato adottato quando aveva due anni. Lei lo ha cercato con tenacia e trovato in Emilia Romagna, dove si sono riabbracciati dopo 47 anni.