Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Indagine della procura su via Anelli
Lo stabile Serenissima è nel più completo abbandono, pericolo per la salute
Ratti che pascolano tra l’erba alta, insetti che pullulano nelle acque stagnanti e maleodoranti che hanno invaso i locali dei garage. Il condominio Serenissima di via Anelli è nel completo abbandono da anni. Ma nei giorni scorsi la procura ha deciso di aprire un fascicolo (un modello 45, senza indagati) per vederci chiaro sulla situazione e capire chi ha il compito di procedere alla sanificazione. Ed eventualmente punire le mancanze.
Stagni maleodoranti L’acqua ha invaso i locali dell’autorimessa formando paludi che
pullulano di insetti
Da covo di spacciatori PADOVA a gigantesco immondezzaio abbandonato. Il nodo ancora irrisolto di via Anelli, dove l’attuale amministrazione progetta di costruire la nuova questura, oggi non è più solo un problema igienico, politico e amministrativo, ma anche giudiziario.
La procura di Padova ha infatti aperto un fascicolo sul grave stato di abbandono in cui versano le palazzine del Serenissima strappate alla malavita ma ora lasciate nell’abbandono. Il pubblico ministero Federica Baccaglini ha aperto un fascicolo per accertare chi abbia la responsabilità di occuparsi dell’area che al momento presenta molte criticità. Nell’ esposto redatto dall’avvocato Angela Silvestrini, delegata dall’ex portavoce del Comitato Stanga Paolo Manfrin, viene presentato un quadro raggelante sul piano del rischio per la salute di chi abita in zona, ma anche sulla tenuta delle palazzine che sembrano poggiare le loro fondamenta su acque maleodoranti infiltratesi a causa dell’incuria. L’esposto era stato redatto ancora lo scorso settembre e metteva in guardia la procura sul possibile peggioramento della situazione dato l’arrivo delle precipitazioni autunnali, del gelo invernale e delle piogge primaverili. L’esposto sottolinea la presenza di «acque stagnanti e maleodoranti nei locali dell’autorimessa», l’acqua putrida avrebbe inoltre consentito la proliferazione di insetti di vario tipo. La situazione segnalata non riguarda solo il degrado delle aree sotterranee, ma anche nei piani più alti del complesso Serenissima. Sempre nell’esposto si parla della «presenza sui tetti e nei piani più alti di numerosi nidi di piccioni portatori di agenti patogeni di natura biologica». I residenti temono, appunto per la presenza di questi uccelli, la possibile diffusione di malattie come toxoplasmosi, salmonellosi, encefalite e borreliosi. «I piccioni – si legge nell’esposto – trasportano il loro guano infetto anche nelle abitazioni vicine con grave rischio epidemiologico per tutti i residenti». Senza contare la presenza di topi che si nutrono di uccelli morti e infetti. Alla luce di questi fatti Manfrin chiede l’intervento della procura per la mancanza, da parte del Comune, del rispetto dei regolamenti comunali relativi al decoro urbano. Com’è noto gli appartamenti che fanno parte del complesso Serenissima sono 288, di cui 143 pubblici: 106 del Comune, 37 dell’Ater e altri 145 privati. Ad oggi l’area è affidata a quattro amministratori che fanno quanto possono per mantenere l’ordine, ma è evidente, stando alla denuncia, che la situazione è fuori controllo.
«Non so se l’ufficio sanitario sia mai uscito per un sopralluogo – spiega l’estensore dell’esposto – di certo se lo hanno fatto non se ne sono visti i risultati». Al momento il fascicolo aperto dal magistrato è senza indagati e servirà per raccogliere quante più informazioni possibili su chi debba occuparsi della salubrità dell’area. L’inchiesta viene aperta a poco più di un mese dalla dichiarazione fatta dal sindaco di voler raggiungere un accordo con il Demanio per far realizzare la questura di Padova proprio nell’area in cui ora ci sono le palazzine. La necessità di costruire una nuova questura non è una novità, se ne parla da anni, ma a gennaio il sindaco Sergio Giordani aveva lanciato l’idea dello scambio: Prandina contro via Anelli e altri terreni.
La dichiarazione seguiva ad alcuni contatti avvenuti prima di Natale con il questore Paolo Fassari, che aveva ribadito la necessità di lavorare con altri enti pubblici per trovare una soluzione al problema degli spazi limitati offerti dall’attuale questura in piazzetta Palatucci. Il Comune, d’altra parte, otterrebbe la Prandina per poter fare un’area attrezzata e un parcheggio e liberare così piazza Insurrezione. I progetti però sono ancora nei pensieri della giunta perché resta il nodo degli espropri degli appartamenti privati di via Anelli. E finché l’accordo non sarà firmato, topi, piccioni e stagni maleodoranti rischiano di compromettere anche la fattibilità di un qualsiasi progetto futuro.