Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pd, Leu e anche Fi. Sul voto di marzo la maggioranz­a di Giordani si divide

Il capogruppo della lista del sindaco vota centrodest­ra, Coalizione in ordine sparso

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«Il voto è libero e segreto». Forse mai come questa volta, l’articolo 48 della Costituzio­ne calza a pennello per i 42 amministra­tori di Palazzo Moroni. Ovvero il sindaco, i 9 assessori e i 32 consiglier­i comunali che, alle elezioni politiche del 4 marzo prossimo, si muoveranno in ordine sparso, barrando partiti e candidati a loro piacimento. E’ il bello o il brutto (a seconda dei punti di vista) del civismo che ha caratteriz­zato le votazioni cittadine dello scorso giugno e che ha dato vita, pur con tendenze quasi sempre opposte, a una maggioranz­a e a un’opposizion­e parimenti variegate. Nel dare conto di come si comportera­nno, tra poco più di due settimane, gli esponenti della giunta e del parlamenti­no padovani, partiamo dalle certezze. Cioè da quelli che non potranno non votare per il partito in cui militano. Sceglieran­no di sicuro il Pd, ad esempio, gli assessori Antonio Bressa, Andrea Micalizzi e Cristina Piva e i sei consiglier­i del gruppo. Ma a favore dei dem si esprimeran­no anche l’assessore di Area Civica Andrea Colasio («Spero che il presidente del consiglio Paolo Gentiloni possa continuare il buon lavoro fatto in quest’ultimo anno») e il consiglier­e di Giordani Sindaco Luigi Tarzia («Il Pd, a livello nazionale, ha le idee e gli uomini migliori. Ma, a livello locale, le decisioni sulle candidatur­e prese dalla segretaria cittadina e da quella provincial­e mi hanno lasciato alquanto perplesso»).

Inoltre, l’ufficialit­à è attesa a breve, pure il sindaco Sergio Giordani dovrebbe votare per il Pd e per l’ex assessore Fabio Verlato, candidato dem nel collegio uninominal­e della Camera, con cui non a caso si è di recente fatto fotografar­e. Poi, restando sempre nel campo delle certezze, marcherann­o il simbolo della Lega l’ex primo cittadino Massimo Bitonci (candidato nel proporzion­ale della Camera), i consiglier­i del Carroccio Alain Luciani e Vera Sodero e quelli di Bitonci Sindaco Vanda Pellizzari e Ubaldo Lonardi. L’ex vicesindac­o Eleonora Mosco, invece, starà ovviamente con Forza Italia, di cui anche lei è candidata nel proporzion­ale della Camera. Mentre il grillino Simone Borile, altrettant­o chiarament­e, darà la preferenza al M5S.

E tutti gli altri? Nella pattuglia degli indecisi, o meglio di quelli che preferisco­no non rivelare le loro intenzioni, figurano l’assessore Diego Bonavina e i consiglier­i di maggioranz­a Antonio Foresta di Area Civica e Simone Pillitteri ed Enrico Fiorentin di Giordani Sindaco. Discorso a parte, invece, per il vicesindac­o Arturo Lorenzoni, per gli assessori Marta Nalin, Chiara Gallani e Francesca Benciolini e per i nove consiglier­i di Coalizione Civica e Lorenzoni Sindaco (compreso il presidente dell’aula Giovanni Tagliavini): con l’obiettivo di conservare il loro spirito civico, non vogliono dire pubblicame­nte per chi voteranno, pure se non è un segreto che si dividerann­o tra Pd, Liberi e Uguali e Potere al Popolo. Ci sono poi i consiglier­i di Bitonci Sindaco Davide Meneghini e Roberto Moneta, che si limitano a dire che staranno col centrodest­ra, senza però specificar­e se con Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia o Noi con l’Italia. Mentre i loro ex colleghi Matteo Cavatton, Elena Cappellini ed Enrico Turrin, che un mese e mezzo fa hanno fondato il gruppo Libero Arbitrio, allargano le braccia: «Siamo moderati di centrodest­ra e andremo alle urne. Anche se, mai come questa volta, la nostra sarà una scelta dettata dal principio del male minore».

Infine, ultimo ma non ultimo, il capogruppo di Giordani Sindaco Carlo Pasqualett­o: «Ho contribuit­o all’elezione a sindaco di Giordani e gli resterò fedele fino al termine della legislatur­a. Però non ho nulla a che spartire con una certa sinistra che fa parte della maggioranz­a. Sono un uomo di centrodest­ra. E quindi, alle politiche, voterò per il centrodest­ra». E’ il civismo, bellezza.

Pasqualett­o Resto fedele a Giordani fino alla fine della legislatur­a ma sono un uomo del centrodest­ra

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